Da un libro di poco più di 300 pagine il regista ha ricavato un'intera trilogia: ecco cosa non corrisponde
Sono passati 80 anni - era il 21 settembre del 1937 - da quando J.R.R. Tolkien ha pubblicato Lo Hobbit, il libro che narra le avventure di Bilbo Baggins, antecedenti rispetto a quelle poi raccontate da Il Signore degli Anelli. Il regista che ha scelto di portare al cinema i due libri creando ben sei film ha dovuto però adattare il lavoro di Tolkien ad esigenze puramente di copione: una difficoltà in più per Peter Jackson, che nel caso di Lo Hobbit ha avuto una difficoltà maggiore, quella di creare tre film da un libro decisamente più piccolo (meno di 400 pagine) rispetto a Il Signore degli Anelli (che invece supera le 1200). Per questo ci sono evidentemente delle differenze tra il libro Lo Hobbit e la trilogia. Ecco le cinque più evidenti.
Lo Hobbit: differenze tra libro e film
1- Tauriel e Kili: la storia d'amore nel libro non c'è
Ebbene sì, a molti la storia d'amore tra un elfo e un nano è piaciuta. Il personaggio di Evangeline Lily si innamora di Kili, un nano della compagnia, ma nel libro non c'è spazio per alcuna storia d'amore. Al contrario del secondo e del terzo film di Jackson, dove invece tra i due c'è una grande complicità e anche...un terzo incomodo, perché il regista inserisce anche Legolas laddove non dovrebbe esserci.
2 - La battaglia delle cinque armate: nel libro occupa pochissime pagine
La trilogia si chiude con una grande battaglia, quella definita "delle cinque armate", che copre praticamente l'ultimo dei film. Al contrario Tolkien non aveva dato tutta questa importanza all'evento: la spettacolarizzazione cinematografica in questo caso ha preso il sopravvento.
3 - La pazzia di Thorin e la sua morte
Jackson decide di dare a Thorin Scudodiquercia, uno dei personaggi principali di Lo Hobbit, un finale degno. Un finale da Re sotto la Montagna. Nel libro, infatti, non c'è spazio per il momento in cui il nano viene mortalmente ferito mentre nel film tutto è assolutamente raccontato, fino alla fine. Anche il percorso della pazzia e il momento in cui Thorin torna in sé sono piuttosto dettagliati sul grande schermo. Tolkien, invece, fa passare quasi tutto in secondo piano, come se non fosse così importante assistere alla fine dell'uomo.
4 - La fortezza di Dol Guldur e Sauron
Non si fa accenno nel romanzo di Tolkien, Lo Hobbit: si tratta della fortezza di Dol Guldur, che invece è centralissima nella trilogia cinematografica. Jackson utilizza quanto raccontato nelle appendici di Il Signore degli Anelli e mostra così Gandalf che si reca da solo laddove Sauron si è insediato, facendosi chiamare Negromante, ma anche la battaglia per liberare quel luogo proprio da Sauron e dei nove Nazgûl: tutto grazie al Bianco Consiglio, quello formato da Galadriel, Elrond e Saruman, che così aiuteranno e salveranno Gandalf.
5 - La freccia di Bard
Se nel libro di Tolkien la freccia di Bard è stata tramandata a lui dalla famiglia, nel film invece le frecce risalgono all'antichità, costruite apposta per uccidere i draghi e poste sulle mura delle cittadelle. La freccia, l'ultima che nel film è a disposizione di Bard, è importante...ma non troppo, visto che poi il drago viene colpito in un altro modo. Jackson se ne serve per costruire una storia nella storia, quella del figlio che con quella freccia completerebbe l'opera del padre.