Non è un paese per giovani vuole essere un film sulla precarietà giovanile e i grandi conflitti generazionali
Con Non è un paese per giovani, Giovanni Veronesi vuole riflettere sulla condizione sociale della generazione dei ventenni e trentenni contemporanea, raccontando la storia di una grande avventura.
Il seguito di Che ne sarà di noi
Con Non è un paese per giovani sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando Veronesi raccontava la storia di un viaggio post diploma dei tre 18enni di Che ne sarà di noi. Qui, a partire per un grande viaggio, ci sono Sandro, 20enne e aspirante scrittore, e Luciano, cameriere trentenne con il sogno di aprire un ristorante tutto suo a Cuba. I due si incontrano e decidono di condividere assieme questa avventura: così partono alla volta di Cuba, pieni di sogni e grandi speranze. Ancora non sanno quanto l’isola cambierà le loro vite. Fondamentale sarà l’incontro con Nora, ragazza problematica e dal grande fascino.
La genesi di Non è un paese per giovani
La trama del film è nata dopo un lungo periodo di grande lavoro. Per mezzo della trasmissione radiofonica omonima, Non è un paese per giovani, appunto, Giovanni Veronesi è riuscito a raccogliere un gran numero di testimonianze di ragazzi italiani partiti dall’Italia e in cerca di fortuna all’estero. Un esodo inesorabile i cui numeri aumentano ogni anno sempre più. Conscio di questo, Veronesi, famoso per le sue numerose commedie leggere, ha voluto riflettere su un problema sociale che gli sta molto a cuore, mediato da una grande sceneggiatura cinematografica. Riusciranno Sandro e Luciano a trovare il loro posto all’interno della società? La loro è una grande idea: gestire il primo ristorante con wi-fi a Cuba.
Non è un paese per giovani uscirà nelle sale italiane il 23 marzo e le aspettative del pubblico sono molto alte. Chissà se Veronesi sia riuscito anche questa volta a centrare il bersaglio. Non resta che aspettarne l’uscita e correre al cinema.
Fonte foto copertina: facebook.com/noneunpaesepergiovani/