Io Homer, tu Homer
A nessuno piace realmente guardarsi allo specchio, analizzarsi con occhio critico. Homer e la sua famiglia, già da quasi 30 anni, ci aiutano ad ingoiare questa pillola. E’ orami palese che “I Simpson” non sia una consueta serie animata. Lo sfondo comico infatti non è altro che palcoscenico di una caricatura critica e satirica. Così facendo aspira a un pubblico più ampio; riuscendo a non confinarsi in una ben determinata fascia d’età.
Politica, chiesa e vizi comuni sono al centro del mirino delle numerose gag che ritraggono fedelmente la società contemporanea in tutto il suo cinismo. Tutto questo è ammorbidito dall’ambientazione famigliare, dove possiamo ritrovarci nei piccoli problemi quotidiani, filtrati da un’esasperazione ironica, che permettono di impersonarci, con sorriso amaro, nelle varie vicende. In questo connubio di scherno e comicità, in un mondo deformato eppure spaventosamente verosimile, Homer Simpson è entrato nell’immaginario comune come l’americano medio; ma lasciamo che siano le sue stesse battute a delinearlo.
“Tentare è il primo passo verso il fallimento”
Frase che esplicita al meglio la nostra reticenza nell’agire; la tendenza al restar fermi per paura di cadere. Lo stesso concetto è ribadito ulteriormente da un’altra celebre pillola di saggezza di Homer: “Hai fatto del tuo meglio… e hai fallito. La lezione è: non provare mai”. Troppo spesso, mortificato per i propri errori, il fallimento non è causa di miglioramento ma di ulteriore affossamento.
“Marge, non è che odio tua madre, solo che non sarò triste quando morirà”
Avrò sentito ironizzare mio padre sullo stesso argomento migliaia di volte. Homer è co-partecipe dei nostri peccati, delle nostre noie e delle passioni. Ciò lo umanizza e lo rendono partecipe nella nostra quotidianità.
“Credo che Smithers mi abbia scelto per le mie capacità stimolanti: tutti dicono che devono lavorare il doppio, quando ci sono io”
Caratteristica emblematica del personaggio è la pigrizia, il continuo tentativo di schivare le fatiche; nascondersi per non uscire a buttare la spazzatura e magari rimanere tutta la serata (per non dire giornata) sbracato sul divano, a mangiare qualcosa e guardare al TV, come biasimarlo.
“Se la Bibbia ci ha insegnato una cosa, è che le donne servono per fare la lotta nel fango, nell’olio ed eventualmente nel ketchup”
Non manca il tema del sessismo. Homer per quanto però si avventuri in queste affermazioni rimane sempre devoto all’amata Marge cardine di riferimento nella sua vita.
Ruolo differente spetta alla chiesa vista più che altro come un appuntamento dal dottore la domenica mattina.
“Tutti noi abbiamo bisogno di credere in qualcosa: io credo che tra un attimo mi farò una birra.” La credenza di Homer, non è religiosa ne’ scientifica ne’ tanto meno filosofica; è semplicemente la birra, o meglio, la Duff. Fin troppo spesso le sue giornate finiscono con una visita al bar di Boe (per non parlare delle scappatelle diurne) e fin troppe sono le giornate che cominciano con una sbornia da smaltire.
“Wow, sono nato lo stesso giorno del mio compleanno! Mitico!”
Spesso a stupirci è la tenerezza e l’innocenza di Homer che si entusiasma per scoperte di poco conto. Ciò fa in modo che ci relazioniamo con lui come fosse un qualunque bambino sperduto in un mondo avverso.
“Io non credo nella psicanalisi: rivolta le mogli contro i mariti, i figli contro i padri… e i vicini di casa contro me”
Come detto in precedenza non crede nelle scienze, cerca di stare lontano da ciò che non conosce. Odia giocare, consapevolmente, con il fuoco e ancor di più odia rimanere scottato.
“Io sono un uomo bianco, età: dai 18 ai 49 anni. Tutti mi ascoltano, nonostante i miei suggerimenti cretini”
Nella stessa frase vengono trattati tre argomenti.
Un razzismo, non ancora realmente superato, nascosto dietro l’angolo.
L’esclusione di una parte della popolazione. Vivace è infatti, nell’arco di tutta la serie, la presenza del padre Abraham, ormai anziano e mal sopportato non solo dalla società ma anche dal nucleo famigliare nel quale però anche i bambini sono vittime delle scelte forzate dei genitori.
E infine la fortuna di Homer che rappresenta un uomo del 90-00 che nonostante la sua mediocrità è sorretto dal boom economico che gli garantisce un integrità economica e sociale.
“Brutto Bagaraspo!”
Il difficile contatto tra generazioni lontane. Lo sviluppo economico, i diversi valori e un ambiente totalmente evoluto rendono difficile per un padre. Per quanto si sforzi, alla fine finisce sempre per strangolare Bart.
“Do’h!”
Concisa ma celeberrima esclamazione che accompagna la rivelazione di un qualcosa che non va come Homer avrebbe voluto, dalla sconfitta della propria squadra alla scomparsa della propria figlia.
Questo genere di comicità è analogo all’”umorismo” di Pirandello. Inizialmente ridiamo per il semplice ”avvertimento del contrario”; poi, dopo una riflessione più approfondita, in seguito al “sentimento del contrario”, capiamo che dietro ciò che ci ha fatto ridere in precedenza c’è forse una realtà non tanto allegra.