Lino Banfi e la storia del cinema comico italiano. L’attore pugliese e le sue battute storiche. Ecco 10 battute cult.
All’anagrafe è Pasquale Zagaria, nato ad Andria il 9 luglio del 1936, ma per tutti è Lino Banfi. Sinonimo di comicità e simbolo dei film che si usa raggruppare nel genere della commedia sexy anni Settanta. Negli anni, Lino Banfi ha dimostrato di essere un attore a pieno titolo, capace di coprire anche ruoli drammatici.
Il suo nome, però, resta legato ad alcune sue memorabili interpretazioni comiche.
“L’allenatore nel pallone” (1984), regia di Sergio Martino. Lino Banfi interpreta l’allenatore della Longobarda Oronzo Canà. Un vero cult, tanto che nel 2008 lo stesso Sergio Martino ne ha diretto un sequel. Battuta memorabile quando Canà spiega la sua bi zona, che si gioca con il “5 - 5 - 5”. Buona anche “mia moglie ha fatto un concorso alle poste, ma non l’hanno presa, non era raccomandata”. Senza dimenticare la samba improvvisata in camera di Aristoteles.
“L’esoriccio” (1975) regia di Ciccio Ingrassia. Lino Banfi, nelle vesti di Pasqualino Abate, a Ciccio Ingrassia dice “signor esorciccio, io mi sono scoreggieto”.
“Fracchia la belva umana” (1981) regia di Neri Parenti. Qui Lino Banfi interpreta il commissario Auricchio. Qui non è questione di una battuta, ma di tutto il film.
“La dottoressa ci sta col colonnello” (1980) regia di Michele Massimo Tarantini, con Lino Banfi “arrapato come un lupo giapponese”. E, fra l’altro, “a fra poco o, come dicono i francesi, a frappé”.
“Il commissario Lo Gatto” (1986), regia di Dino Risi. Dove il commissario, in un interrogatorio, dopo aver osservato che fa molto caldo, suggerisce di concludere “al fresco, in una bella suite del carcere di Trapani”.
“Al bar dello sport” (1983) regia di Francesco Massaro. Qui Lino Banfi vince al totocalcio e, girando per Torino, ammira la città: “Monte Bianco, Monte Rosa, Montepremi”. Sempre in questo film (che nel cast comprende Jerry Calà e Mara Venier), scherzando circa le proprie origini con un pupazzetto di ET l’extraterrestre, dice pure che “ET” significa extra terrone.