10 film da vedere sugli hipster

Quando il buon cinema è hipster

Se è vero quel che dice Norman Mailer un hipster è colui che decide di “divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli imperativi dell’io”.

Oggi essere hipster è una moda diffusa che nessuno ammette apertamente di seguire. L’hipster nega tutto ciò che è mainstream e si pone in aperto contrasto con la massa omologata e con ciò che quest’ultima pensa, crea e consuma.

Ecco un elenco di dieci film hipster, la maggior parte dei quali presentati al Sundance Film Festival, dedicato al cinema indipendente, e che tutti, hipster e mainstream apprezzeranno:

Il grande Lebowski (Fratelli Cohen, 1998). Jeff “Drugo” Lebowski, fannullone armato di vestaglia e White Russian, si troverà incastrato in una serie di strani equivoci…

Requiem for a dream (Darren Afonofsky, 2000), film drammatico e nichilista i cui personaggi regrediscono fino ad un tragico epilogo.

The Royal Tenenbaums (Wes Anderson, 2001), definito come un compendio di psicoanalisi familiare.

Il favoloso mondo di Amélie (Jean-Pierre Jeunet, 2001) si guadagnò due nomination agli Oscar come miglior film straniero e miglior sceneggiatura originale.

Lost in translation (Sofia Coppola, 2003), con gli indimenticabili protagonisti Bob (Bill Murray) e Charlotte (Scarlett Johansson) in un’alienante Tokyo.

Se mi lasci ti cancello (Michel Gondry, 2004), ricordato, oltre che per l’innegabile valore del film, per la peggiore traduzione italiana di un titolo (Eternal Sunshine of the Spotless Mind è l’originale).

Donnie Darko (Richard Kelly, 2004), diventato un vero e proprio film culto grazie alla sua reinterpretazione del genere fantascientifico.

Napoleon Dynamit (Jared Hess, 2004) commedia esilarante su un ragazzo goffo e la sua bizzarra famiglia.

Little Miss Sunshine (J. Dayton e V. Faris, 2006) segue le vicende di un’originale famiglia del New Messico in viaggio per le finali nazionali del concorso che dà il nome al film, a cui parteciperà la piccola Olive.

Frank (Lenny Abrahmson, 2014) liberamente ispirato al personaggio Frank Sidebottom, alter ego del comico inglese Chris Sievey, segue Michael Fassbender nei panni di un insolito frontman di una band il cui volto nessuno ha mai visto perché sempre coperto da una buffa testa di cartapesta.