Le dieci attrici anni 20 che ci hanno fatto sognare

Le attrici anni 20 sono destinate a essere ricordate come le grandi dive del cinema hollywoodiano e mondiale.

Nel passaggio tra il cinema muto e il sonoro, negli anni Venti del ‘900, il grande cambiamento crea nuovi divi e ne fa dimenticare altri, ma i nomi delle “divine” sono rimasti scolpite nella storia della cinematografia di tutti i tempi. Le attrici degli anni 20 sono quelle che forse incarnano più di tutte il sogno di affermazione e riscatto attraverso il cinema.

Ecco la classifica delle 10 migliori attrici americane degli Anni Venti

Attrici carismatiche, belle, brave e già innovative per i tempi, che hanno contribuito a creare l'immaginario delle Dive come ancora oggi le ricordiamo

1. Clara Bow (Clara Gordon Bow, 1905-1965)

Una delle attrici e dive del cinema più famose dell’età del jazz e icona del cinema degli anni Venti. Dopo un’infanzia e un’adolescenza a dir poco travagliata, fatta di abusi e violenze, a 16 anni vince il concorso di bellezza “Wampas Baby Stars” e viene scritturata dalla Paramount. Nei primi anni Venti prende parte a una serie di commedie, ma il successo arriva con il film “Cosetta” (1926) dove interpreta il ruolo della commessa che seduce il datore di lavoro: è un cult, lancia la moda della “ragazza It” che viene tradotto in “Quel certo non so che” e della flapper, la “maschietta”. Capelli rossi e bocca a cuore colpiscono l’immaginario del pubblico. Sempre nello stesso anno è la protagonista del film “Ali” di William Wellman, vincitore del Premio Oscar. Clara è una stella, guadagna più di chiunque altro e riceve 45.000 lettere alla settimana. Nel 1933 Clara Bow si ritira dal cinema a causa di uno scandalo sessuale che la travolge, complice anche l’avvento del sonoro per cui la sua voce non viene considerata adatta al grande schermo.

2. Josephine Baker (Freda Josephine Baker McDonald, 1906-1975)

Cantante, ballerina e attrice statunitense naturalizzata rancese. Di origine afroamericana e amerinda degli Appalachi è la prima star di colore fra le attrici di Hollywood a raggiungere la fama mondiale. Famosa è la sua performance con un gonnellino di banane. La leggenda vuole che durane la seconda guerra mondiale ebbe un ruolo di spia nel controspionaggio francese. Approfittò della sua popolarità per impegnarsi in campagne sociali contro il razzismo, a favore dell’emancipazione dei neri e per i diritti civili.

3. Anita Stewart (Anna May Stewart, 1895 – 1961)

Attrice e diva del cinema muto anni Venti. Nel 1911 viene assunta dalla Vitagraph, quando ancora frequentava la Erasmus High School. Tra le interpretazioni più celebri si ricorda “A Tale of Two Cities” (1911) un successo al botteghino che mette subito in evidenza le qualità di Anita e il pubblico subito le attribuisce la fama proseguita con “The forgotten Latchkey” e The White Feather” del 1913. Fa coppia fissa con il divo del momento Earle Williams. Nel 1917, Anita si sposa con l’attore Rudolph Cameron e per tutti gli anni dieci e venti la Stewart è l’attrice più popolare del cinema muto, lavorando spesso con il marito. Tra il 1918 e il 1919, la Stewart produsse 7 film tutti di successo e nel ruolo di protagonista. L’avvento del sonoro sancisce la fine del suo mito e si ritira dal cinema nel 1932 dopo l’unica esperienza sonora con il cortometraggio musicale “The Hollywood Handicap”.

4. Norma Talmadge (1894-1957)

Attrice e produttrice cinematografica, diva del cinema muto insieme alle sorelle minori, Constance e Natalie. Dopo un’infanzia infelice con una madre imprenditrice alle spalle viene spinta dalla stessa madre a intraprendere la carriera cinematografica con grande fortuna fu regina degli incassi per oltre dieci anni, tra i film di maggior successo “Smiling Through” (1922), “Secrets” (1924) “The Lady” (1925). Sposò il produttore miliardario Joseph Schenck con il quale fondò una propria casa cinematografica anch’essa di successo. Fu specialista del melodramma, eroina elegante e affascinante. Con la fine dell’epoca del muto, il suo mito sfumò e dopo due tentativi nel cinema sonoro, decise di ritirarsi definitivamente dalle scene, nell’agiatezza e nella ricchezza. Fu un vero simbolo dello star system.

5. Clara Kimball Young  (1890 - 1960)

Figlia d’arte, entrambi i genitori erano attori di teatro, debuttò a 3 anni e per tutta l’infanzia e l’adolescenza recitò stabilmente nella compagnia teatrale dei genitori. Sposò un collega attore, James Young, e nel 1912 fu scritturata dalla casa cinematografica Vitagraph dopo un provino fotografico. La sua esperienza le garantì una rapida ascesa e fu spesso impiegata per i ruoli di eroina virtuosa. Nel 1913, l’attrice si piazzava al 17° posto tra i divi più amati. La fama giunse con il film drammatico “My Official Wife” (1914) diretta dal marito e a fianco all’idolo Earle Williams. Fu l’inizio di una serie di ruoli di successo e in poco tempo si trovò a rivaleggiare con altre dive del calibro di Mary Pickford, Dorothy Gish, Pearl White, Edna Purviance, Mabel Normand. Nonostante la popolarità, incontra difficoltà nella gestione della carriera e subisce crolli finanziari. Il suo ultimo film muto è del 1925 “Lying Wives” e il sonoro le offre nuove opportunità, ma per tutti gli anni ’30 interpreta solo ruoli minori. Si ritira dalle scene nel 1941.

6. Greta Garbo (Greta Lovisa Gustafsson - 1905 -1990)

Anche se di nascita svedese ha trovato il successo intraprendendo la carriera cinematografica a Hollywood nel 1925 con il film “La via senza gioia”, un classico della filmografia che proietta la Garbo nel mito hollywoodiano con un contratto con la major MGM. Dal 1927 al 1937 interpreta 20 film in cui interpreta sempre il ruolo – da lei odiato – della femme fatale, donna seduttrice e fredda. Per 4 anni interpreta film muti, famosi in particolare La tentatrice e il bacio, prima di essere scelta per il suo primo film sonoro, “Anna Christie” del 1930 in cui per la prima volta Greta Garbo “parla” ordinando al barista Larry «un whisky con ginger ale a parte. E non fare l’avaro!». Fu un successo.

7. Theda Bara (Theodisa Goodman – 1885 – 1955)

Prima vamp della storia del cinema dal fascino ammaliatore ed esotico. Interpreta – per volere dei produttori – sempre ruoli di donna tentatrice, in abiti storici e succinti. Interpretò Cleopatra VII nel 1917 e ruoli come Esmeralda, Salomé e Carmen. Travolta anche lei da una serie di scandali, proveniente da un passato povero e disagiato e improvvisamente catapultata nel successo, non riesce a gestire la fama e i guadagni.

8. Barbara Stanwyck (Ruby Catherine Stevens - 1907 - 1990) 

Arriva al successo nel 1929 e rimane in attività fino al 1971 con l’ultimo film “Il gusto del peccato”. Magistrale la sua interpretazione in “Lo strano amore di Marta Ivers”. Negli anni '20 era già fra le dive dello show business, anche come ballerina a Broadway, ma la fama cinematografica mondiale le arriverà poco più tardi, a partire dai primissimi anni '30, per durare praticamente fino agli anni '80. Nel 1983 infatti ha vinto un Golden Globe e un Emmy Award per la sua interpretazione in Uccelli di Rovo.

9. Lillian Gish (Lillian Diana Gish - 1893 - 1993)

Diversamente da molte attrici del passato, la sua vita è stata lunga e caratterizzata da una carriera quasi ininiterrotta. Fra il suo primo film An Unseen Enemy (1912) e il suo ultimo lavoro Le Balene d'agosto (1987) sono passati ben 75 anni, durante i quali ha ricevuto anche un Oscar alla Carriera nel 1971. La sua ultima apparizione cinematografica in assoluto è un cameo nel musical Show Boat del 1988, all'età di 95 anni. Fino al 1975 ha lavorato anche in teatro, spesso con la sorella Dorothy Gish, alla quale è sempre stata molto legata, fin dagli anni del cinema muto.

10. Louise Brooks (Mary Louise Brooks - 1906 - 1985)

Figlia di un avvocato e aspirante ballerina, la sua carriera da attrice a Hollywood inizia nel 1925 con un contratto di 5 anni per la Paramount Pictures. Prima era stata ballerina a Broadway. Il ruolo che la consegna alla fama è quello in Capitan Barbablù (1928). La sua carriera è connotata da una incredibile discesa e un ritorno alla fama imprevisto. Dopo aver rifiutato, nel passaggio dal cinema muto a quello sonoro, di doppiare sé stessa, fu costretta ad abbandonare gli Stati Uniti per lavorare in Europa. Al suo ritorno in patria riuscì a trovare ancora qualche ingaggio, ma lo screzio con Paramount le rese la vita difficile. Partecipò ancora a qualche film, per poi arrivare a lavorare come commessa in un negozio sulla Fifth Avenue a New York. Riscoperta dalla critica francese negli anni '50, divenne una stimata critica cinematografica.