3 capolavori drammatici di Woody Allen

Woody Allen è quasi sinonimo di un umorismo fine e dissacrante. Ma il regista americano non è solo questo.

Definire Woody Allen un regista è senz’altro corretto. Però non bisogna dimenticare che Heywood Allen - questo il suo vero nome - è anche molto altro. Attore, innanzitutto, poi sceneggiatore, autore e commediografo, musicista compositore, scrittore e clarinettista.

La sua vita cinematografica inizia nel 1966, mezzo secolo fa, con “Che fai, rubi?” e, al momento, è approdata fino a quest’anno con “Café Society”. Nel mezzo, molti lavori passati alla storia, da “Il dittatore dello stato libero di Bananas” a “Zelig” a “La rosa purpurea del Cairo”, “Radio Days”, fino al recente “Midnight in Paris”.

Una produzione sterminata di quasi un film all’anno, spaziando dalla commedia (ritenuto da molti il suo genere più congeniale) al sentimentale. Non pochi anche i capolavori drammatici. Fra di loro senza dubbio si possono annoverare “Settembre”, “Blue Jasmine” e “Sogni e delitti”.

Quest’ultimo è una pellicola del 2007, con Colin Farrell e Ewan McGregor, dall’atmosfera angosciante, inusuale in Woody Allen ma molto riuscita. Poi “Blue Jasmine”, del 2013, con una strepitosa Cate Blanchett (Oscar come miglior attrice protagonista). Infine “Settembre” (1987), film duro e complesso, non sempre ricordato fra i migliori del regista.