5 battute cult di Alberto Sordi

Alberto Sordi ci ha regalato interpretazioni comiche ridanciane spesso condite con pillole di tragico realismo popolare, forse non raffinato ma in parte veritiero

“Ricordati che in questo mondo basta fare sì con gli occhi e no con la testa, che c'è sempre uno pronto che ti pugnala nella schiena”, cosi si rivolge al figlio in ‘Un borghese Piccolo Piccolo.

Ne ‘Il marchese del Grillo’ palesa in una manciata di parole le differenze di trattamento fra le classi sociale: “Mi dispiace. Ma io so io e voi non siete un cazzo”.

In ‘Nell'anno del signore’ frate Sordi catechizza il popolo e lo sprona a prendere coscienza del mondo: "Popolo, ma che te sei messo in testa? Ma che vuoi? Vuoi comanna' te? E chi sei? Sei papa? Sei cardinale? O sei barone? Ma se non sei manco barone chi sei? Sei tutti l'altri! E tutti l'altri chi so'? Rispondi! Rispondi a me, invece di assalta' i castelli! So' li avanzi de li papi, de li cardinali, de li baroni, e l'avanzi che so'? So' monnezza! Popolo, sei ‘na monnezza! E vuoi mette' bocca?“.

Ne ‘I Vitelloni’ un battuta beffarda per chi la subisce e per chi la fa, il vitellone ignaro della sua condizione precaria, povera e pure inconsapevole: "Lavoratori! Lavoratori della malta! Prrrr…"

Infine in ‘Alberto Sordi’ si trova il manifesto dalla comicità drammatica che distingue l’attore: "La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere su quasi tutto"