5 scene migliori ACAB - All Cops Are Bastards

ACAB - All Cops Are Bastards: dentro la divisa e dietro la visiera

 Intolleranti, cattivi, delle vere teste calde sono Mazinga, Negro e Cobra, i protagonisti di A.C.A.B, All Corps Are Bastards. Il regista Sollima, in una critica feroce ad una società confusa, porta lo spettatore a conoscere il punto di vista dei celerini, uomini non violenti ma che, di fronte a ciò che vedono, a ciò ciò che gli accade (qualche ultras che li carica, la loro vita personale, la delinquere di qualche straniero male integrato), non conoscono altro mezzo che quello del manganello e delle cariche, per farsi rispettare. Il monologo di Filippo Nigro, nei panni di Negro che, di fronte all’impossibilità di vedere sua figlia, se la prende con il Governo è tra le cinque scene che colpiscono come un pugno.“Un padre ha diritto di vedere sua figlia, lo dice la legge… a meno che non sia un criminale. Ma io non sono un criminale, sono un poliziotto, un servitore dello Stato… uno pagato per difendere i diritti di tutti…ma i diritti miei chi li difende eh?…sì perché io come padre non c'ho più diritti, me li avete tolti tutti come a un criminale...anzi peggio...perché quando la gente viene qua a volervi mena' per tutti i soldi che gli rubate allora mi ci volete qua sotto... a paravi il culo...a difendere i diritti vostri…” Il celerino, guidato dalla delusione, dalla frustrazione, davanti al Parlamento, si scaraventa contro i politici, i quali dovrebbero preoccuparsi dei problemi dei cittadini e, invece, non si affacciano nemmeno ad ascoltare il grido di rabbia di un poliziotto. “Ma voi pensate che spaccare la faccia alla gente sia una cosa che mi piace? Prima di decidere chi sono gli innocenti e i colpevoli, dovrebbe almeno chiedersi come funziona. Il lavoro della celere. Ma in quei momenti hai il cuore che te batte forte, l'adrenalina che sale... a mille, la testa che te rimbomba che sembra che te va a scoppià dentro il casco non senti niente. Hai solo i tuoi fratelli accanto... Solo su i tuoi fratelli puoi contare “ Le parole in tribunale di Cobra, accusato di aggressione ad un tifoso, grazie ad un’interpretazione memorabile di Pierfrancesco Favino, ci sconcertano, facendoci conoscere la prospettiva dei celerini, vittime e carnefici allo stesso tempo in una società violenta e in continuo mutamento. Tra le scene migliori di A.C.A.B., capaci di scuotere e lasciare l’amaro in bocca, c’è certamente quella di Cobra che, assolto dall'accusa di aggressione, festeggia con i fratelli pogando sulle note di Policy on my back dei Clash, sottolineando un’inquietante ed impreciso concetto di fratellanza. Mazinga, il celerino in reparto da più tempo, si trova a dover fare i conti con i suoi dubbi e il suo riflesso, il figlio sedicenne neo-nazista. Incapace di controllare suo figlio, torna sulla strada pronto a combattere contro i propri fantasmi. Tra le 5 migliori scene, certamente c’è quella in cui Costantini Adriano, nuova matricola e nuovo fratello, nel momento in cui la ragione per cui indossa la divisa, l’onestà, bussa alla porta, denuncia a testa alta i “fratelli” per aggressione aggravata a degli ultras, rompendo la loro omertà e lasciandoci tutti a bocca aperta. Queste cinque scene descritte sono riduttive per A.C.A.B. : un film pervasivo, in grado di intervenire aspramente sui problemi sociali, aprendo uno sguardo soggettivo, parziale su una realtà altrimenti muta.