Bowling a Columbine: trama e analisi

“Bowling a Columbine” è il film documentario creato dall’ingegnoso regista americano Michael Moore che diede avvio a una lunga serie di premi per la sua attività nel mondo della cinematografia documentaria.

Tra i documentari diretti dal regista statunitense Michael Moore, il primo che annuncia l’inizio di una lunga serie di premi è proprio “Bowling a Columbine”, incentrato sul grave problema della diffusione delle armi e l’educazione alla violenza negli Stati Uniti. Moore decise di presentarlo alla 55° edizione del Festival di Cannes nel 2002 vincendo il Premio all’unanimità.

La trama del film fa riferimento all’utilizzo delle armi in America, soprattutto ai massacri che vengono consumati nelle scuole proprio grazie a queste, concentrandosi in particolar modo alla strage avvenuta nel 1999 nella Columbine High School. Due studenti entrarono armati all’interno della struttura e cominciarono a sparare sugli alunni e sugli insegnanti. Si trattò di una vera e propria tragedia poiché morirono 12 studenti e un insegnante, 24 persone rimasero ferite e gli artefici di questo gesto perverso si uccisero a loro volta.

Moore durante il suo viaggio per gli Stati Uniti dopo svariate interviste - tra cui anche a Charlton Heston, ex attore e attuale presidente dell’Associazione Nazionale dei Fucili - e approfondimenti su questo problema irresolubile è arrivato alla conclusione che ciò che porta ad usare le armi è il timore, la paura che viene trasmessa dai mezzi di comunicazione di massa e dalla politica; questo porta l’essere umano a non fidarsi e ad agire in maniera eccessiva.