Un sondaggio dell'aprile 2018 su 800 consumatori di cannabis ha rivelato che circa il 75% degli intervistati ritiene che il consumo di cannabis non sia accuratamente rappresentato nei programmi televisivi.
Anche se la TV ha le sue carenze di rappresentazione errata della cannabis, non è assolutamente dove si ferma il problema. Dai film al branding ai podcast, i consumatori di cannabis sono ancora visti come i fattoni pigri che sono una perdita per la società piuttosto che la linfa vitale che è in realtà.
Ma quindi, cosa c’è dietro e perché questa rappresentazione della cannabis nei film rimane così distorta? Andiamo subito a vedere, iniziando col raccontare cosa sono per davvero i prodotti a base di cannabis.
Olio di cannabis e derivanti
Quello di cui tutti parlano e che in molti consumano, è l’olio di cannabis, o comunque prodotti derivanti dallo stesso. Parlando del primo, parliamo di un concentrato di THC, capace di generare sballo, proprio come potrebbe farlo una canna.
Questo, ovviamente, è diretto da una legge Europea che non permette la concentrazione di THC superiore allo 0,2%, ovvero un limite giusto e ideale per il consumo sicuro. Questo non permette di raggiungere lo sballo che si potrebbe avere con una canna normale, ma lo riduce sensibilmente.
È pertanto una sostanza lontana dall’ideologia che le persone possono farsi vedendo qualche film su internet o YouTube.
Il cosiddetto cinema “stoner”, ovvero dei fattoni
Negli ultimi anni, la rappresentazione della cannabis è apparsa in piccole dosi sul grande schermo. Film come Blade Runner e Inherent Vice hanno mostrato come una persona fa uso di cannabis e continua a lavorare nella sua vita quotidiana.
Anche se, nel caso di Blade Runner (non il remake), il futuro è piuttosto tetro a prescindere dalla cannabis. Mentre altri film hanno fatto lo stesso, fino a poco tempo fa ne esistevano solo una manciata di esempi. Nella maggior parte dei casi, questi film hanno volato sotto il radar e non hanno ricevuto il budget o il ronzio come i precedenti.
Oggi, però, la situazione sta cambiando in vari modi. Un numero crescente di strade ha portato sul grande schermo i diversi usi e stili di vita della cannabis.
Il CannaBus Culture Film Festival viaggia attraverso gli Stati Uniti e condivide esempi positivi della cultura e della comunità della cannabis - mostrando film e commedie legate alla cannabis in un modo o nell'altro. Nel frattempo, Ryan Reynolds ha creato un certo fermento nel luglio del 2018 con l'annuncio del suo coinvolgimento nel film "Stoned Alone".
Nel frattempo, i documentari continuano a essere la rappresentazione più accurata dell'industria della cannabis e dei suoi consumatori. Tra le opere più recenti ci sono The Culture High (trailer in alto) e Mary Janes: The Women of Weed.
Cosa succederà nel futuro del cinema e cannabis?
Hollywood sta finalmente iniziando a fare sforzi per essere più precisi e inclusivi con le loro opere.
Con l'inclusione culturale che sta entrando nella mischia cinematografica (senza successo), cosa possiamo aspettarci per la cannabis e per rompere gli stereotipi sulla marijuana?
Come ha rivelato il sondaggio Miner, i consumatori di cannabis non si sentono rappresentati sul piccolo schermo. Ciò premesso, è probabile che presumono di sentirsi allo stesso modo nei confronti dei film.
Il tempo parlerà e vedremo se anche questo tabù riuscirà ad essere sdoganato.