Per svariati decenni, il codice Hays ha guidato la produzione cinematografica statunitense.
Il codice Hays prende nome dal suo fondatore, Will Hays, ed è formalmente denominato Production Code. Si tratta di un codice, a cui tutte le pellicole di produzione statunitense dovevano attenersi, che stabiliva cosa, in un film, fosse moralmente accettabile e cosa non lo fosse. La Motion Picture Producers and Distributors of America lo adottò a partire dal 1930, per applicarlo effettivamente nel 1934 e abbandonarlo soltanto nel 1937.
I pilastri sui quali si reggeva il codice Hays erano fondamentalmente tre:
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Non era permesso introdurre elementi che suscitassero l’empatia dello spettatore verso comportamenti devianti, illegali, crudeli o peccaminosi, abbassandone così gli standard morali.
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Tenendo in debito conto che una pellicola è un prodotto di intrattenimento, era comunque necessario fare il possibile per promuovere stili di vita corretti ed etici.
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Era vietato mettere in ridicolo la legge -che fosse naturale, umana o divina- nonché promuovere la sua violazione.
Nella sua applicazione pratica, questo codice si tradusse nel divieto di rappresentazione di scene di nudo, di sesso, del parto, di adulterio. La santità dal matrimonio doveva sempre essere sostenuta. Era vietato rappresentare scene dettagliate di esecuzione di crimini. Fu bandita ogni forma di volgarità, anche nel linguaggio, e la rappresentazione dell’uso di droghe. La religione doveva essere sempre trattata rispettosamente, così come la bandiera statunitens