Il sincrono, tecnicamente chiamato sinc, ha al suo interno ben quattro tipologie: scendiamo nel dettaglio di quello gestuale.
L’universo del doppiaggio è costellato da diversi momenti e fasi dell’intero processo di realizzazione di un film, tutte preesistenti al prodotto finale per come gli utenti poi lo vedono.
Una parte fondamentale è quella che spetta al dialoghista, con regole ferree a cui egli deve sottostare. L’insieme di queste regole è definito sincrono o in maniera più tecnica viene chiamato sinc.
Quattro sono le tipologie di sinc esistenti: il sincrono labiale, il sincrono gestuale, il sincrono lineare e il sincrono ritmico.
Adesso ci occupiamo del sincrono gestuale, provando ad approfondirne meglio il significato pratico di un passaggio così importante nel processo di doppiaggio.
Con tale espressione, infatti, si intende il più assoluto rispetto dei movimenti del corpo dell’attore, per poter successivamente decidere quali battute far dire all’attore in una determinata scena.
Ogni espressione, fateci caso, genera alcuni movimenti (che siano delle mani, della testa o degli occhi) che impongono al dialoghista di costruire la frase in un determinato modo, in maniera tale da far coesistere movimenti e testo tradotto in modo armonico.