Il secondo capitolo della “trilogia tedesca” di Visconti è una contaminazione tra due romanzi di Thomas Mann.
Partendo dal romanzo “La morte a Venezia” dello scrittore tedesco Thomas Mann, nel 1971 Luchino Visconti ha realizzato il film drammatico “Morte a Venezia”, con il quale ottenne un Premio speciale del venticinquesimo anniversario al Festival Di Cannes.
Questa pellicola rappresenta il secondo capitolo della cosiddetta “trilogia tedesca”, che viene dopo “La caduta degli dei” (1969) e precede “Ludwig” (1972).
La storia tratta in maniera palese la tematica dell’omosessualità, motivo per cui, all’epoca, fu oggetto di numerose critiche.
L’attore inglese Mark Burns interpreta il ruolo il Alfred, personaggio introdotto autonomamente da Visconti rispetto al romanzo di Mann.
Tale introduzione, con cui il protagonista von Aschenbach (interpretato da Dirk Bogarde) ha spesso dialoghi su tematiche di arte e di psicologia, fu una scelta volontaria di Visconti e di Badalucco: tuttavia, bisogna sottolineare che Alfred nasce dal personaggio di Adrian Leverkühn, che compare nel “Doctor Faustus”, ultimo romanzo di Mann.
Quindi un vero e proprio melting pot tra due romanzi di Thomas Mann, che corrispondo a due visioni diverse di concepire e intendere l’arte.