Oreste Setola ovvero Massimo Bonetti nei panni di un uomo dal “vestito sporco”
Si “sgretola” sotto i colpi e sotto quel gretto linguaggio del Rosso . Ha il viso solcato dalle rughe, una camicia bianca che sembra odorare di un giorno già trascorso, e sta piangendo. È Oreste Setola. Eppure non è questa la prima scena in cui appare. Torniamo indietro, dodicesimo minuto, ed eccolo, elegante e distinto, scendere una scalinata. Sul viso non ha le stesse rughe, anzi ,la sua faccia si vota in quel momento alla “compostezza dell’uomo perbene”. La domanda sorge spontanea: chi è Oreste Setola? È Massimo Bonetti a prestare il volto a uno dei personaggi chiave dell’intera storia; sotto quelle rughe stanche forse non ce ne siamo accorti, eppure gli occhi erano sempre i suoi. Dopo ruoli abbastanza imponenti, quali ad esempio Ninni Cassarà nel film “Giovanni Falcone”, piuttosto che l’ispettore di polizia Pietro Guerra nella serie TV “La squadra”, Bonetti si trova in questo caso a fronteggiare l’interpretazione di un personaggio, oserei dire, enigmatico. Oreste Setola è un uomo che finge, intermediario per un sistema di riciclaggio di denaro sporco, contraffazione, droga e attività illecite, è il soldato di un esercito in giacca e cravatta che al posto dei proiettili spara i soldi. Uomo dalla doppia faccia, costretto a lavare il vestito tutte le sere, a smacchiarlo dalla sua stessa corruzione. Ma è anche un uomo disperato, uno schiavo costretto ad un certo punto ad ammettere: “mi hanno portato via tutto”; Oreste decide quindi di collaborare con la giustizia. E questo è solo l’inizio della storia.