Uno dei primi movimento d'avanguardia cinematografica europeo fu il cinema futurista, nato in Italia nel 1916.
Figlio del "Manifesto futurista" del 1909, vede la nascita delle proprie caratteristiche nella redazione di un altro saggio letterario, firmato da Marinetti, Balla, Ginna, Corra, Settimelli e Chiti. Si tratta del "Manifesto della Cinematografia Futurista" in cui questi autori elencarono i loro intenti relativi all'indirizzo che volevano dare alla nascente settima arte.
Innanzitutto il presupposto fondamentale di queste ricerche e sperimentazioni fu che il cinema, per sua stessa natura, era di matrice futurista. Nato proprio nel periodo in cui si stava affermando il caotico e polemico movimento letterario, coincideva con l'incessante sviluppo della macchina, altra situazione inneggiata ed apprezzata da Marinetti e dagli altri futuristi. Il suo essere intrinsecamente futurista era dato dal fatto che essendo nato da poco, non aveva alcun passato ed era dunque una tabula rasa orientata solo verso l'avvenire, priva di qualsiasi forma di ingombrante tradizione.
Il cinema futurista è contro ogni forma d'armonia, impressionista, caotico, dinamico, deforme e deformatore. Il linguaggio cinematografico viene considerato in se ossia movimento, come natura dinamica spinta a cambiare costantemente se stessa. La loro intuizione cardine sta nell'aver compreso quanto le tecniche cinematografiche, i tanti modi di poter usufruire della macchina da presa, potessero avere un valore simbolico, da protagonista, non solo essere dunque mero strumento d'accompagnamento delle vicende rappresentate.