I Simpson, una delle serie animate più amate e seguite di sempre, anche se spesso al limite della volgarità con i suoi personaggi stereotipati ed eccentrici, essi sono molto più simili a noi in certi aspetti della vita; molto di più di quanto possiamo immaginare.
Chi di noi almeno una volta nella vita, facendo zapping da un canale all’altro non si è imbattuto in un cartoon, che narra le vicissitudini di un’allegra famigliola dalla carnagione gialla? Beh penso tutti, tutti almeno una volta nella vita, abbiamo visto i Simpson.
I Simpson (inteso come il cartoon in sè e non come la famiglia da cui prende il nome), ha al suo interno una miriade di personaggi: dal padre di famiglia pigro e svogliato, dal preside della scuola con il complesso d’ Edipo, fino ad arrivare al classico bullo della scuola che fa il duro con gli altri solo e soltanto perché la vita è dura con lui.
Ora andremo insieme ad analizzare tra tutti questi personaggi i cinque più cult, quelli che insomma tutti conosciamo e che in alcuni casi sono riusciti a permeare nella nostra vita, “il doh!!! Homer in questo senso ha fatto scuola”.
Partiamo nella nostra “analisi” da Homer, il padre della famiglia Simpson ci appare sin da subito come un personaggio pieno di difetti; infatti è: pigro, svogliato, al limite dell’alcolismo e sopratutto è, all’apparenza, di una superficialità sconcertante.
In realtà Homer nasconde dentro di sè un animo più profondo, è sempre disponibile a fare cose pazze e in apparenza insensate per il bene del prossimo, è un eterno Peter Pan da un lato e un po’ Forest Gump dall’altro.
Il secondo personaggio che andiamo ad analizzare è Skinner ,il preside Skinner, preside della scuola elementare di Springfield riveste in quanto tale un ruolo di prestigio che in linea teorica dovrebbe fare di lui un uomo di potere.
La realtà dei fatti è ben diversa, Skinner nonostante dimostri almeno cinquanta anni, vive ancora con la madre dalla quale viene continuamente vessato e deriso, una divertente allegoria di come per quanto potenti e privilegiati potremo mai essere avremo sempre qualcuno che lo sarà, seppur in modo trasversale, più di noi.
Il terzo personaggio che andiamo a “sezionare” è il buon (e non a caso uso questo aggettivo) Ned Flanders, in un certo senso la nemesi di Homer , esattamente il suo opposto: timorato di Dio al limite del fanatismo, padre di famiglia modello, totalmente astemio, ecc...Facendo un parallelismo con il mondo reale Ned non è altro che l’uomo e il padre di famiglia che tutti vorrebbero essere.
La cosa forse più sconcertante riguardo al nostro Ned è che è sempre circondato da un aura quasi negativa, come se come nella vita reale essere buoni con il prossimo non serva poi a molto.
Il penultimo personaggio di cui andremo a “sezionare l’essenza” è Krusty il Clown, uno dei personaggi sicuramente più originali, ricopre all’interno del cartoon il mestiere di comico e personaggio televisivo, una sua caratteristica peculiare è che è sempre “vestito” da clown.
Penso che Krusty incarni meglio di qualsiasi altro personaggio, il “trasformismo” a cui ciascuno di noi è soggetto almeno una volta nella vita., quella continua esigenza avvertita da noi tutti di indossare delle maschere a seconda del contesto sociale in cui ci troviamo.
Nonostante sia un comico televisivo a telecamere spente Krusty è sempre triste, depresso trova l’unico conforto nella sua notorietà e nei soldi, ma questo sembra non bastargli…
L’ultimo personaggio che andiamo ad analizzare è Nelson il “bullo” della scuola elementare.
Non appare in tutte le puntate però mi preme molto fare una riflessione su di lui.
Nelson ci viene inizialmente presentato come un bullo, un sgherro per dirla in modo Manzoniano, insomma un prepotente che con la forza fisica cerca d’imporre la propria volontà agli altri.
La realtà dei fatti è ben più complicata, Nelson vive in un contesto difficile, la mamma è presso che assente e il papà l’ ha abbandonato da piccolo.
Viene quindi naturale capire che i suoi modi di fare da prepotente sono il frutto della mancanza di qualcosa di profondo, Nelson non è cattivo in sé, lo è perché la vita lo è stata per prima con lui.
Tirando un attimo le somme i Simpson meriterebbero un oscar come miglior serie animata forse di sempre, i suoi personaggi come ho cercato di dimostrarvi hanno un’anima, dei sentimenti e soprattutto hanno un’evoluzione all’interno del cartoon, crescono in un certo senso insieme a noi.