Siamo nel Cile, terra tormentata da dittature spietate e da criminali, come i preti sconsacrati che vengono relegati nella lontana regione di La Boca, in una casa che sarà il luogo per espiare e, forse, redimersi dalle malvagità commesse.
Le vittime sono i soliti deboli: donne tradite, bambini violati…ma le colpe di questi scellerati preti sono anche le imperdonabili connivenze con i militari, aguzzini del potere dittatoriale cileno. La fioca luce dei luoghi in cui si aggirano i cinque colpevoli, rei dei mali più atroci, ben si accorda con il buio delle loro vite. La casa – ovvero un Club di anime empie - è il loro inferno anche se la condanna ha pur sempre il sapore di privilegio, una “non pena” riservata a preti e uomini del potere che si limita al congedo forzato dalla vita sociale e collettiva. Una soluzione per infliggere l’ossessionante confronto con un genere di colpe che non è possibile perdonare. Al buio dei luoghi e di questi tristi destini si accorda una sonorità speciale creata da Carlos Cabezas, compositore e musicista cileno già noto per aver eseguito le musiche del film “No - I giorni dell'arcobaleno”, e accompagnata da altri brani tratti da compositori del secolo scorso, autori di magiche sonorità del profondo e dello spazio indefinito…