Differenze tra The Martian e Interstellar

Due (differenti) viaggi nello spazio

Dopo le magie di “Interstellar”, il film fantascientifico di Christopher Nolan uscito lo scorso autunno e che raccontava della pericolosa missione “Lazarus” della NASA, ultimo estremo tentativo di salvare un’umanità abitante di un pianeta terra ormai invivibile; uscirà nelle sale italiane il prossimo novembre (a ottobre negli Usa) il film “The Martian”, diretto da Riddley Scott.

Se nel primo film il tentativo è quello di fuggire dalla terra, ormai inospitale e destinata a perire, nel secondo il moto d’intenzione è esattamente opposto: sulla terra si vuole tornare, perché questa volta è un altro il luogo inadatto per la vita umana, ovvero il pianeta Marte, sulla quale si risveglia, abbandonato, il protagonista (interpretato da Matt Damon). Lo stesso Matt Damon che proprio in “Interstellar” si scopriva essere il più alto e infimo traditore dell’intera umanità, in “The Martian” è il protagonista della tragedia: è solo su Marte e lotta per la sopravvivenza escogitando metodi ingegnosi per garantirsi le risorse e per comunicare con la NASA.

In entrambi i lungometraggi il tempo-spazio fa la sua irruzione nella vita degli esploratori spaziali in maniera dannatamente fascinosa ma anche drammatica e pericolosa. “Interstellar” si conclude infatti con il ritorno dell’eroe Cooper sulla terra e con il suo ricongiungimento con la figlia Murph, a cui aveva promesso di ritornare a tutti i costi. Murph è però anziana e circondata da figli e nipoti, mentre Cooper è rimasto giovane com’era al tempo della partenza. Anche in “The Martian” il tempo che Mark Watney ha per garantirsi la sopravvivenza sembra diminuire sempre di più, e forse scivolare velocemente verso l’impossibilità.

Si salverà?