Dottor Stranamore: analisi film

Il “Dottor Stranamore” (1964) è una sintesi grottesca delle psicosi della guerra fredda e degli scenari apocalittici dello scontro atomico.

 Kubrick viene da sempre ritenuto da molti uno dei geni più cristallini del cinema contemporaneo. A ragione o torto, il “Dottor Stranamore” (1964) è una pellicola in grado di farsi beffa della società del suo tempo terrorizzata dall’aspettativa di uno scontro nucleari fra USA e URSS in piena guerra fredda. La trama narra il classico momento dell’escalation nucleare: un vero e proprio topos del giornalismo, della cultura e dei costumi degli anni sessanta. Un plotone di bombardieri americani segue l’ordine di un generale impazzito che intende distruggere una base sovietica. L’attacco produce un’esplosione atomica a catena che potrebbe portare alla distruzione della vita sulla Terra per 93 anni. Il dottor Stranamore, un ex generale nazista prestato alla causa liberale, consiglia il presidente degli Stati Uniti di utilizzare le miniere abbandonate del Paese per istituire un centro per la procreazione. Mentre il film tratteggia con una buona dose di black humor le psicosi della società, l’idiozia e la pazzia che si annidano nell’esercito e la posizione grottesca dei leader politici; la soluzione del Dottor Stranamore rimanda, forse con altrettanta passione per il ridicolo, ad un motto celebre del movimento pacifista ‘fate l’amore, non fate la guerra’.