Nella storia del cinema esistono film che, per un motivo o per l’altro, hanno avuto la capacità di diventare iconici.
Un singolo fotogramma basta a identificarli anche alla persona più sprovveduta. “Vacanze Romane” appartiene sicuramente a questa categoria. Chi, guardando la foto di Audrey Hepburn seduta sulla Vespa guidata da Gregory Peck, non saprebbe immediatamente identificare il film di Willie Wilder? “Vacanze Romane” ha contribuito ad alimentare nel mondo il mito delle bellezze di Roma. Scene come quella sopracitata, nella quale i due attori americani sfrecciano per le vie della città capitolina a bordo di un mezzo iconico come la Vespa, avranno sicuramente e hanno tuttora un fascino speciale per lo spettatore americano, così come la scena in cui Gregory Peck infila la mano nella bocca della verità o quella in cui Audrey Hepburn siede sulla scalinata di Trinità dei Monti. Il film mostra una città da cartolina: il Pantheon, Castel Sant’Angelo, la Fontana di Trevi, il Colosseo… Roma si mostra nella sua forma migliore. Era il 1953 e l’Italia si stava riprendendo alla grande dall’eredità della guerra. Le vicende del cinema italiano di quegli anni sono state in questo senso l’emblema della rinascita: oltre al riconoscimento internazionale dei grandi registi italiani del dopoguerra, Roma divenne un centro importante per la produzione cinematografica. Cinecittà ospitava un gran numero di produzioni estere: “Vacanze Romane” fu appunto una di queste, una delle più fortunate. Non a caso, il regista William Wilder tornerà qualche anno dopo a Cinecittà a girare un altro film di grande successo, “Ben Hur” (1959).