Per alcuni è fondamentale, per altri secondario. Indubbiamente fa la differenza.
Ecco alcuni finali che hanno segnato la storia del cinema:
- Seven. Difficile scrivere un finale all’altezza di una pellicola di questo livello. Andrew Kevin Walker, sceneggiatore del film, ci è riuscito, forse anche grazie all’aiuto di David Fincher. Un grande thriller noir con gli immensi Morgan Freeman, Brad Pitt e Kevin Spacey nel ruolo del villain. Una conclusione a scatola chiusa. Vedere per credere.
- Il sesto senso. Vedo la gente morta. Forse è tutto qui il senso del film. Si perché il bambino Cole Sear scopre di essere condannato ad avere a che fare con l’aldilà, a vedere ciò che gli altri non vedono. Ad aiutarlo sarà lo psichiatra Malcolm Crowe, interpretato da un grande Bruce Willis. I due costruiranno un rapporto speciale. Ma se il bambino vede la gente morta, non è che…
- Another Eearth. Piccolo gioiello di Mike Cahill (I Origins) presentato al Sundance nel 2011, si basa sull’idea che possa esistere un pianeta gemello, identico alla terra. Il dilemma è quindi se su questo pianeta esistano nostri cloni, se siano accadute le stesse cose che sono accadute da noi, se i medesimi eventi storici abbiano mutato il corso del destino. Finale da brividi che lascia a bocca aperta.
- Fight Club. Tratto dall’ormai famosissimo romanzo di Chuck Palahniuk e diventato icona cult tra i giovani e non solo, il film di David Fincher ha lasciato il segno anche per il colpo di scena finale, nonostante i numerosi indizi che il regista lascia per strada durante tutta la durata della pellicola. Basta infatti guardare bene qualche fotogramma per scoprire che in fondo siamo solo la copia di una copia di una copia…
- The Game. Neanche a farlo apposta, ancora David Fincher. Spietato thriller del 1997 con Michael Douglas nel ruolo di un ricco, cinico uomo d’affari cui viene stravolta la vita da una serie di eventi in concomitanza del suo compleanno. Finale da brividi. In molti diranno “lo avevo capito”. Bugiardi.