Film italiani di guerra

Uno sguardo nel ventesimo secolo

Il cinema fin dalla sua invenzione ebbe un grande impatto sulla società. Oltre alla sua natura principale, che è quella artistica, il cinema ha da sempre a contribuito ad informare i popoli. Il cinema è stata un’invenzione che ha stravolto il modo di comprendere le informazioni, poichè è composto da sequenze di immagini in movimento riesce  creare un interesse maggiore sulle persone. A differenza della stampa, che invece rende il processo di informare più lento e non accessibile a tutti. 

Per questo motivo nel corso del ventesimo secolo i governi hanno utilizzato il cinema come mezzo di informazione, molte volte a scopo propagandistico. Durante gli anni di guerra il cinema venne usato per convincere il popolo a sostenere la guerra. I prezzi del biglietto per accedere al cinema erano molto bassi e tutti vi potevano accedere. 

Le produzioni cinematografiche intuirono che la guerra poteva essere un soggetto di grande interesse da parte del pubblico, così vennero realizzate pellicole sulla guerra. Questo era anche un modo da parte dei sostenitori della guerra per incoraggiare il popolo al consenso alla guerra. In questo senso film come "Sempre nel cor la Patria!" e "La guerra e il sogno di Momi" tra il 1915 e il 1916, riuscirono ad infondere uno spirito  di battaglia contro i nemici, al fine di far trionfare il proprio paese.

Negli anni del fascismo il cinema venne usato ancor di più a stile propagandistico pro regime. Mussolini creò L’Unione Cinematografica Educativa, ossia l’istituto LUCE. Esso produceva cinegiornali, documentari e film, come per esempio  “Il cammino degli eroi” di Corrado D’Errico, “Sentinelle di bronzo” di Romolo Marcellini e “Sotto la croce del sud” di Guido Brignone. Questi film avevano tutti lo scopo di mostrare l’efficienza dell’esercito iItaliano nella seconda guerra mondiale. 

Nel dopo guerra vennero realizzati numerosi film sulla guerra, come “La grande guerra” di Mario Monicelli. Il film ebbe molto successo, probabilmente poichè demitizza i soldati Italiani in guerra; infatti il film parla di due soldati che fanno il possibile per venir meno ai loro doveri. Questa demitizzazione stride con il cinema di guerra realizzato fino a quel momento, poiché fino ad allora veniva mostrata la guerra attraverso le imprese delle truppe Italiane.

Nel film “Uomini contro di Franco Rosi” si mostrano degli aspetti ancora più antimilitaristi, come episodi a lungo nascosti dalla propaganda, dalla cinematografia e dalla storiografia sulla Grande Guerra: ammutinamenti, decimazioni, casi di autolesionismo finiti davanti ai Tribunali militari, l’odio dei fanti verso gli ufficiali. Il film causò indignazione in certi ambienti della società Italiana, fu anche boicottato in molte sale, e Rosi fu denunciato per vilipendio delle forze armate.