Il Divo: Streaming, Trama, Personaggi

Il film biografico ‘Il divo’ racconta la vita di Giulio Andreotti, abbracciandone anche aspetti che esulano dalla carriera politica.

Film del 2008 diretto da Paolo Sorrentino, vincitore del premio Oscar nel 2014 per la categoria di miglior film straniero con "La grande bellezza", "Il divo" è un'opera biografica che porta sul grande schermo la vita del senatore a vita Giulio Andreotti, ripercorrendone la carriera avviata alla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ad arrivare agli anni Novanta. Il ruolo del protagonista è interpretato da un magistrale Toni Servillo.

La pellicola si concentra sugli anni finali della vita politica di Andreotti, sui quali, però, si riflettono ancora le luci e le ombre dei tanti scandali e assassinii avvenuti durante i decenni precedenti. L’esempio paradigmatico di questo recente passato è l'assassinio di Aldo Moro avvenuto per mano delle Brigate Rosse nel 1978. Non si avranno mai prove definitive sui legami fra Andreotti e gli eventi tremendi degli anni '70/'80, ma il sospetto di uno stretto legame fra il senatore e tali mondi criminali è forte. Questo è il principale tema del film, che in generale si interroga sui rapporti che Andreotti intesse col mondo imprenditoriale, politico, criminale e religioso nel corso  della sua lunga attività.

La trama de "Il divo" parla specificamente degli eventi avvenuti tra il 1991 e il 1993 ed è divisibile in due parti: la prima prende avvio con l'istaurarsi del VII governo di Andreotti e si concentra sull'elezione del Presidente della Repubblica che avrebbe succeduto l'uscente Francesco Cossiga. Vengono messi in scena tutti gli accordi e le mosse politiche dei parlamentari democristiani che portano allo scontro intestino fra Andreotti e Arnaldo Forlani per la corsa al Quirinale: i due, infatti, fanno parte dello stesso partito, la Democrazia Cristiana, ma nessuno dei due vuole recedere dalla propria candidatura in favore dell'altro. Durante le convocazioni del Parlamento, i membri della DC non riescono a trovare un accordo fra le diverse correnti del loro partito e questo porterà, infine, all'elezione di Oscar Luigi Scalfaro, allora presidente della Camera, considerato outsider e sostenuto dal recentemente scomparso ex-leader del Partito Radicale, Marco Pannella. Oltre alle lotte intestine, Andreotti fu ostacolato anche dall'omicidio di Falcone, che colpì nuovamente la sua immagine, dando spazio alle presunzioni di legami con l’ambiente mafioso.

La seconda parte del film si concentrerà proprio su questa tematica che caratterizza la figura di Andreotti: scoppiato il caso di Tangentopoli e caduta "cosa nostra" nel 1993/94, Sorrentino riporta in scena tutte le possibili prove a sostegno delle accuse di collusione con la mafia mosse contro il divo, da cui quest'ultimo si difenderà strenuamente. Il film si conclude con l'inizio del processo di Perugia del 1995, dal quale Andreotti uscirà assolto nel 1999; verrà poi condannato nel 2003 dalla corte d'Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, anche se ormai il reato non sarà più perseguibile. Tutto questo, però, non si trova nel lavoro di Sorrentino.

Nel film compaiono tante figure note degli ultimi decenni del Novecento italiano: Aldo Moro, Eugenio Scalfari, Don Mario Canciani, Totò Riina, Paolo Cirino Pomicino, Cardinale Fiorenzo Angelini, Giovanni Falcone, Salvo Lima, Bettino Craxi e tanti altri ancora.

 

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