Il film è ricco di colpi di scena e di azioni concitate che assicurano la pronuncia di frasi d’effetto e anche divertenti.
Alcune frasi sono sicuramente di forte tensione per la scoperta dell’immediato pericolo di un meteorite che si sta abbattendo sulla Terra: la scena dell’annuncio è interpretata dal Presidente degli Stati Uniti d’America (Stanley Anderson) che parla così al popolo americano: “Mi rivolgo a voi stasera, non in veste di presidente degli Stati Uniti... non come leader di una nazione... ma semplicemente come essere umano! Ci troviamo ad affrontare la più spaventosa delle prove... nella Bibbia quel giorno è chiamato Armageddon, cioè la fine di tutte le cose.” Un altro dialogo interessante è quello dell’avvistatore del meteorite e di un dirigente della Nasa che, nel finto compiacimento di poter dare il nome all’oggetto, scherzando si dicono: “Voglio chiamarla Dotty, come mia moglie: stramaledetta vipera velenosa dalla quale non esiste scampo!”, e la risposta è “È un pensiero affettuoso!” Infine, nella fase della difficile trivellazione del meteorite, Harry Stamper (Bruce Willis) sussurra: " Mio Dio dacci una mano per favore, non ti chiedo altro." E il suo compagno Max Lennert (Ken Hudson Campbell) gli risponde: "Qui dovrebbe sentirci, siamo più vicini." D’altronde ci vuole un po’di sarcasmo per rendere l’atmosfera del film più leggera e scanzonata, altrimenti la tensione per un pericolo pur sempre reale avrebbe il sopravvento: la fantascienza non è scienza.