Le scene più belle di Io e Marilyn (2009)

Alla scoperta delle più belle scene del film "Io e Marilyn" tra favola, comicità e sentimento.

E’ una splendida giornata di giugno e all’interno di una maestosa villa i raggi colpiscono l’azzurro di una grande piscina. Di colpo appare Gualtiero Marchesi, vestito da sub, che irrompe nella scena con la sua parlata fiorentina, alla ricerca di un parrucchino, perso in acqua dal console, proprietario della villa. Il bravo manutentore di piscine e fontane, cerca di far del tutto per recuperarlo, districandosi tra le insistenze del console. Accanto ad una costante allegria di scene e battute, Pieraccioni inserisce elementi fiabeschi e d’incanto tenero: la figlia del protagonista, Martina, compare nel film vestita da Biancaneve, e quest’aura d’ingenuità e purezza, sarà un elemento chiave per tutto il film.

Nuovamente attraverso un filone favolistico, lo spettatore s’immerge nel cuore della trama del film, nei consequenziali effetti della frase magica “Fiato di nonno, colpo di tuono, Marilyn Monroe io t’imprigiono !”. Dalla “casereccia” seduta spiritica, prende forma il personaggio di Marilyn, che accompagnerà il protagonista in un’alternanza di divertenti gag e importanti riflessioni. “La poltrona che va in bagno”, sketch comico tra Gualtiero e i carabinieri, avrà il suo seguito nei dialoghi, in caserma, tra il Maresciallo, Gualtiero e la compilazione della lettera di rilascio “Me medesimo”.

Lo svenimento di Gualtiero di fronte alla presa di coscienza che solamente per lui, Marilyn, con la sua “mitica gonna al vento”, esiste, non esimerà quest’ultimo dal recarsi al Centro d’igiene mentale. La fantomatica “sindrome di Pignac”, diagnosticata dallo psicologo Francesco Guccini, lo porterà all’incontro con Arnolfo, interpretato da Rocco Papaleo e l’accettazione di una tranquilla convivenza con la sua patologia. Arnolfo, reduce dalla presenza forzata e quotidiana di Hitler, è l’unico a credere in Gualtiero e diventerà complice delle disavventure del protagonista. Ma il clou della bellezza scenografica di questo film, è tutto nell’immaginifico: “nessuno se ne va per sempre”.

La visione di una piazza vuota, come è sconsolato e vuoto il cuore del protagonista, all’annuncio del matrimonio imminente tra la sua ex moglie e il nuovo compagno, è solo, paradossalmente, fantasia. La realtà pullula di “vite storiche”: personaggi in costume di ogni epoca continuano ad esistere, camminando in quella stessa notte, in quella stessa piazza. E’ il “regalo” di Marilyn, splendida e intramontabile leggenda, che sul pontile, nella scena finale, sullo sfondo di un panorama marittimo caldo e tranquillo, continuerà, per sempre, a parlare all’anima del protagonista.