Il cinema è intrattenimento, ma può anche essere uno spunto per prendere consapevolezza di alcune grandi realtà della vita
Il cinematografo nacque con l'intento di intrattenere e divertire il pubblico; ma con il tempo si è sempre più sviluppato come una forma di arte che molti cineasti hanno usato anche per trasmettere dei messaggi molto forti, per spingere le persone a riflettere, a cambiare, e a considerare le cose da un altro punto di vista, in molteplici campi umani.
Ad esempio, una pellicola molto profonda ed introspettiva è "L'attimo fuggente" ("Dead Poets Society"), del 1989, dove protagonsita era uno straordinario Robin Williams. Questo film, che si può definire di formazione, racconta di un professore che spinge dei ragazzi molto giovani a cercare la proria strada nella vita seguendo il cuore, e le passioni.
Altrettanto toccante è "Quasi amici" ("Intouchables", 2011), che peraltro racconta una storia vera, quella dell'amicizia tra un bianco ricco, ma paraplegico, e un nero povero. Due persone completamente diverse che invece trovano un punto di incontro estremamente profondo.
"The Truman show" (1998), con Jim Carrey, è una spietata riflessione sullo star system contemporaneo, che pur di fare audience è disposto a manipolare la vita delle persone, diventando l'estrema degenerazione del concetto di "grande fratello", e apoteosi della confusione che si può creare tra reale e virtuale.
"Il pianista" ("The pianist", 2002) di Roman Polanski racconta dl modo in cui l'arte (in questo caso, la musica) potrebbe salvare il mondo, e l'umanità tutta.