Il cinema denuncia una realtà che nega diritti fondamentali nei luoghi in cui si esercità la propria attività lavorativa
Il mondo del lavoro è stato sempre molto rappresentato dal cinema.
Le tematiche nel corso del tempo sono in parte cambiate, ma sono tutte accomunate dal fatto di costituire, fondamentalmente, atti di denuncia nei confronti di una realtà che nega spesso anche diritti fondamentali, a tutela della dignità e della salute umana, nei luoghi in cui si esercità la propria attività lavorativa.
Capolavoro assoluto in tal senso è Tempi moderni interpretato, prodotto e diretto da Charlie Chaplin nel 1936, recentemente restaurato dalla Cineteca di Bologna, nel quale il tema del lavoro è al centro del percorso travagliato del suo protagonista.
Risorse Umane scritto e diretto da Laurent Cantet del 1999 fa riflettere sulla crudele pratica dei licenzamenti all'interno della fabbriche, per razionalizzare la forza lavoro.
Tutta la vita davanti di Paolo Virzì ispirato al libro Il mondo deve sapere di Michela Murgia, rappresenta lo spaccato del lavoro precario e sottopagato all'interno dei call center.
Da ricordare anche il film Potiche di François Ozon del 2010 in cui Caterine Deneuve interpreta una donna che, finalmente alla guida dell'azienda di famiglia, riuscirà a risollevarne le sorti anche andando incontro ai diritti dei lavoratori.
Da segnalare infine Due giorni, una notte di Luc e Jean- Pierre Dardenne del 2014 con Marion Cotillard.