James Ivory dirige magistralmente due premi oscar in un film che cerca di ritrarre con la maggiore delicatezza possibile il tema del contrasto tra dovere ed essere.
Questa pellicola orbita intorno alle vicende di un maggiordomo irreprensibile, Stevens, interpretato in maniera magistrale dal grande Anthony Hopkins. La professionalità di Stevens è così rigida e incorruttibile da non essere scossa neanche dalla vicinissima morte del padre che esala l’ultimo respiro inosservato e inutile come molti degli eventi di casa Darlington. In questo ruolo, bisogna ammettere che Hopkins dimostra un’intensità espressiva come raramente se ne vedono.
L’arrivo di Emma Thompson, nella parte della determinata Miss Kenton la nuova domestica, sembra ambire a scuotere il freddo Stevens dal suo torpore professionale e spingerlo a un atto di umano corteggiamento, ma la speranza della donna è destinata a infrangersi tristemente contro il muro di muto desiderio e attenzioni che Stevens non riesce in nessun modo a manifestare.
Sullo sfondo si avvicendano anche gli altri personaggi del film, compartecipi di tutto rispetto, James Fox è Lord Darlington, mentre suo nipote è interpretato da un insospettabile Hugh Grant, ma alla fine, non riescono ad emergere del tutto e rimangono semplici cornici alla vicenda sentimentale dei nostri protagonisti.