Personaggio interpretato da Colin Farrel in The Lobster

Un Colin Farrel vistosamente sovrappeso, per un’interpretazione radicalmente più massiccia.

 The Lobster è un film che si presenta con una sceneggiatura e una direzione di Yorgos Lanthimos, uscito da poco nelle sale italiane con Good Films,e si è guadagnato il Premio della giuria al Festival di Cannes 2015. Il protagonista, David, è interpretato da Colin Farrel, che ci viene presentato in vesti del tutto nuove, l’attore infatti sembra aver superato i tempi in cui si affiancava ad attori come Johnny Depp con ben 10 kg aggiunti al suo peso forma. Qui infatti deve rappresentare il ruolo del single alla disperata ricerca della sua metà, in quanto, in una realtà surreale, ogni cuore solitario viene costretto all’interno di un hotel nel quale deve necessariamente rintracciare la propria anima gemella entro 45 giorni, pena la metamorfosi in un animale a sua scelta.

Colin Farrel sceglie di trasformarsi in un’aragosta e di fuggire in un bosco prima della mutazione imminente, salvo però innamorarsi di una non vedente. In questa interpretazione Colin Farrel ha certamente perso molto del suo sex happeal, caratterizzante alcuni suoi vecchi lavori come Alexander o In Bruges, ma ha guadagnato in ricchezza espressiva, dimostrando le sue abilità nel recitare anche senza l’aspetto impeccabile come aiutante, in un film sicuramente dal discreto spessore e con una trama che è stata da molti considerata come un’allegoria della vita moderna. Lo stesso Farrel avrebbe dichiarato in un’intervista: «Il mio ruolo non somigliava a nulla che avessi già fatto. Non mi è mai capitato di andare sul set con meno informazioni sul passato, le motivazioni e i sentimenti di un mio personaggio. Durante le riprese abbiamo abitato nell’hotel che ospitava le riprese: era come vivere in una bolla separata dal mondo e l’isolamento ci ha aiutati ad entrare nello spirito del film. E’ stata un’esperienza...compatta, molto intensa che mi ha lasciato un ricordo fantastico. Senza contare che nella mia Irlanda mi sentivo in paradiso». Aggiunge poi un dettaglio rilevante: «Avevo l’obbligo di non dimagrire e per questo non facevo passeggiate né attività fisica ma rimanevo rinchiuso in albergo a ingozzarmi di hamburger». Insomma, lo “spessore” guadagnato dall’attore ha aggiunto spessore anche al risultato finale della pellicola. Per quanto riguarda il respiro generale proposto dal personaggio di David, pare che la sceneggiatura scoraggi qualsiasi formulazione di risposte, è stato infatti dichiarato che il film proponga piuttosto delle domande, in molti vi hanno visto però un esempio di costrizione sociale dei sentimenti ad opera di sistemi di potere. Un’altra visione, forse più romantica, potrebbe invece vedere in David l’emblema di chi è solo e cerca disperatamente una persona con cui condividere la propria vita, pena il diventare “animali a-sociali”, relegati ad un bosco poiché incapaci di relazionarsi al prossimo, ormai dimentichi del donare. In definitiva sicuramente la pellicola lascia ampio margine di libera riflessione sui significati di tale sistema sociale surreale e del protagonista.