Personaggio interpretato da Luli Bitri in Dimmi che destino avrò

Luli Bitri è l’interprete del personaggio femminile in Dimmi che Destino avrò.

Il film “Dimmi che destino avrò” è diretto dal regista Peter Marcias e risale all’anno 2012. E’ stato presentato al Torino Film Festival nello stesso anno ed è stato girato tra Sardegna e Francia.

La trama è incentrata sulle indagini di un commissario campano cinquantenne da poco vedovo che deve scoprire la verità sulla presunta scomparsa di una ragazza rom. Nel corso delle indagini, il commissario viene a contatto con una cultura a lui sconosciuta che prenderà la strada di un incontro con la ragazza e con il ruolo di aiutante per i bambini del campo rom in Sardegna, a cui farà da allenatore di calcio.

La protagonista principale però è l’attrice albanese Luli Bitri, interprete di Alina, attrice apprezzata in Europa diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Tirana che esordisce nel 2001 a teatro con un testo di Beckett.

Il personaggio femminile è la sorella dell’indiziato principale della presunta scomparsa.

Vive a Parigi per lavoro, città in cui riesce a passare inosservata, mentre al paese sardo vivrebbe troppo coinvolta da conoscenze e dinamiche di altro genere.

Tuttavia ritorna e in Sardegna incontra il commissario, e instaura con lui un rapporto di amicizia e di scambio reciproco. Alina dovrà vedersela con la risoluzione delle domande del suo percorso esistenziale.

Inoltre, è proprio lei a incoraggiare il commissario a fare da allenatore per i bambini del campo rom, e lo invita a non giudicare dall’esterno ma a lasciarsi coinvolgere realmente per conoscere la realtà rom senza schemi precostituiti. In cambio, collaborerà alle indagini.

La giovane donna rivela poi di essere dipendente di un ente umanitario francese che sostiene i diritti civili, posto di lavoro offertole da una borsa di studio per rom.

Inoltre, racconta lei stessa i particolari del finto rapimento che in realtà copre una fuga d’amore.

I giorni trascorsi da Alina al campo rom presso i genitori diventano opportunità di evoluzione insieme al commissario, che invece potrà rivedere certi pregiudizi con conoscere invece una realtà positiva e dotata di valori e trasmettere tutto questo anche agli altri suoi collaboratori.

Alina rispecchia la figura della persona giovane che, entrata in contatto con molte realtà, ormai è priva di pregiudizi e sa vivere nella differenza.