Le origini del cinema narrativo si situano temporalmente tra il 1906 e il 1915.
Tra il 1905 e il 1906 il cinema subì la sua prima crisi. La risposta a questa crisi fu, appunto, l’origine del cinema narrativo, il quale si proponeva non più di mostrare effettivi speciali o quadri animati ma, piuttosto, si presentava come una forma di intrattenimento in grado di soddisfare tutti narrando una storia. Grazie a scene più esplicite e lineari e alle didascalie impiegate, la trama delle pellicole si raccontava da sola. Con ciò non si rese più necessaria la presenza in sala di un narratore, che comunque sarebbe stata ostacolata dalla massiccia affluenza nelle sale cinematografiche. Inizialmente questa assenza venne colmata dalle didascalie mentre dal 1929, con l’introduzione del sonoro, il prodotto cinematografico fu davvero completo.
Furono create grandi sale per la proiezione di pellicole a prezzi molto contenuti, di modo che il cinema iniziasse a rappresentare un’attrazione e una fonte di svago anche per le classi più umili. Questo nuovo modo di fare cinema implicava anche la necessità di storie nuove, possibilmente ispirate al teatro popolare. Nacquero così i generi cinematografici comico, guerra, western e melodramma.