La storia di un giovane giornalista che vive nella Palermo delle stragi di Cosa nostra
Una Palermo criminale in balia dell'attività di Cosa nostra che agisce nel periodo che va dagli anni ottanta fino all'inizio dei novanta. E' questo il contesto in cui è ambientato “La mafia uccide solo d'estate” il film uscito nel 2013 , diretto e interpretato da Pierfrancesco Diliberto (Pif). Di genere drammatico, narra La storia di Arturo, un giornalista che fin da bambino ha dovuto sempre convivere con lo spettro della mafia più violenta, quella delle stragi. Ed è proprio lo stesso Arturo a raccontare in modo decisamente originale quegli eventi che lo hanno accompagnato sin dal giorno del suo concepimento, data in cui viene consumata la strage di viale Lazio. A rafforzare quest'aria mafiosa da sempre respirata dal giornalista, lo dimostra la sua prima parola pronunciata da piccino che non è stata mamma e nemmeno papà, ma mafia. Dopo averlo visto in un'intervista al Maurizio Costanzo Show, Arturo rimane letteralmente estasiato dell'allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti, tanto da considerarlo un modello da seguire.