“Stranger Things”, la fiction tv con Winona Ryder, cita le atmosfere di famosi sceneggiati e film di fantascienza degli anni Ottanta. Scopriamola insieme.
“Esistono cose più strane di queste?” Una domanda che fa da leitmotiv alla serie americana “Stranger Things” in streaming sulla piattaforma di Netflix dallo scorso luglio e giunta alla seconda stagione, attualmente in corso d’opera e che vedremo nell’estate del 2017. Già nel titolo, appunto “cose più strane”, il serial ideato dai fratelli Matt e Ross Duffer strizza l’occhio a tanti illustri predecessori che hanno trattato l’affascinante tema del soprannaturale.
Se, detto così, torna subito in mente la regina delle fiction sci-fi, ovvero l’indimenticabile “X Files”, qui andiamo molto più indietro nel tempo, perché la storia si svolge negli anni Ottanta in una cittadina dell’Indiana. La misteriosa sparizione di Will Byers (interpretato da Noah Schnapp), figlio di Joyce (Winona Ryder), coincide con l’arrivo in città di “Eleven”, ragazzina che si presenta così perché ha il numero 11 tatuato sul braccio. La ragazza, dotata di virtù telecinetiche è fuggita da un centro di ricerca e si mette in contatto con Mike Wheeler (Finn Wolfhard) e Dustin (Gaten Matarazzo), amici del piccolo Mike, per rivelare che quest’ultimo si trova in una realtà parallela, ostaggio di creature fabbricate all’interno dello stesso laboratorio. Il gruppo di ragazzi aiuterà Eleven, detta “Ellie” a nascondersi dalla polizia che vuole catturarla, mentre Mike comunica con la madre attraverso fenomeni paranormali.
Scene del genere richiamano alla memoria la serie di ministorie fantastiche “Ai confini della realtà”, nata nel 1959 con Rod Sterling e poi rifatta dalla CBS negli anni Ottanta tra novità e remake dei vecchi episodi. Il cast viene riproposto dopo“Stand by me”, diretto da Bob Reiner e tratto dal romanzo di Stephen King (da lì viene la citazione d’autore della camminata sulle rotaie). Adolescenti poco popolari che stupiranno per la loro audacia erano anche i “Goonies” del celebre film di Richard Donner (1985) su soggetto di Steven Spielberg, e il maestro è omaggiato da “Stranger Things” anche nella scena della corsa in bicicletta contro la luna piena, tratta direttamente da “E.T”.