This must be the place: analisi film

Una breve analisi del bellissimo e intenso “This must be the place”, l’inizio del successo internazionale per il regista premio Oscar Paolo Sorrentino

This must be the place rappresenta il debutto internazionale del regista Paolo Sorrentino, che gli ha fruttato diversi premi tra cui il Ciack d'oro al miglior film, il Nastro d'argento alla miglior regia e il premio alla Scenografia a Cannes.

Il  film ruota attorno ad un sontuoso Sean Penn che interpreta l’ex rock star Cheyenne, una figura tormentata che ha lasciato la scena musicale all'apice della carriera, quando il peso del ruolo di  idolo si era fatto troppo pesante, e a seguito di alcuni suicidi da parte dei fan più sensibili della sua musica, un rimorso che lo tormenta anche dopo vent'anni. L’unica gioia nella vita ripetitiva è l'affetto per la moglie pompiere Jane, interpretata dal premio Oscar Frances McDormand, l'unica persona che lo capisce e che quasi lo accudisce nel suo esilio dal mondo a Dublino.

È la morte del padre che vive in America l’evento che scuote la vita di Cheyenne, costringendolo a un lungo viaggio negli States, in cerca del soldato nazista che aveva  torturato il genitore, un viaggio, dunque, il cui l’obiettivo è la redenzione. Cheyenne incontrerà vari personaggi, in grado di muovere tematiche quali il ruolo dell’arte e dell’artista, il significato di gratitudine e dovere, l’assoluzione e la vendetta. È dunque un’opera lunga e complessa, dalle mille sfaccettature e sempre in bilico fra casualità degli eventi e il realismo di essi.