Tratto dai manoscritti del chirurgo sir Frederik Treves, “The Elephant Man” (1980) racconta con molto realismo le vicende del deforme Joseph Merrick
Secondo film del regista statunitense David Lynch, “The Elephant Man” (1980) possiede quella carica ansiogena e quel misto di orrore terrore che saranno poi tipici della sua regia. Il film racconta la vita del deforme Joseph Merrick (John Hurt) che inizialmente lavora come fenomeno da baraccone, il proprietario del circo lo considera solo un oggetto per far soldi e quando può non si trattiene dal maltrattarlo. Venuto a sapere dello strano personaggio deforme, il dottor Treves (Anthony Hopkins) cerca subito di salvarlo dalle grinfie dello spietato padrone per porlo all'attenzione dei suoi colleghi medici. Dopo un primo periodo di caos all'ospedale, dovuto alla presenza “dell'uomo elefante”, egli diviene amato da tutti e mostra un carattere sensibile e sofisticato, scrivendo anche prose e poesie. Tutto ciò attira l'attenzione della Regina Vittoria in persona, che lo invita più volte alla sua corte. Nel finale Merrick viene rapito dal suo vecchio proprietario, infuriato per le grosse somme di denaro perse in sua assenza, ma fortunatamente verrà salvato nuovamente dal dottor Treves. Dopo aver ringraziato più e più volte, Joseph Merrick deciderà di togliersi la vita provando a dormire come le persone normali, rimanendo soffocato dall'enorme peso della testa. Muore con la serenità che ha sempre cercato e mai ottenuto.