Cesare deve morire: una seconda possibilità.
Non è la prima volta che teatro e cinema confluiscono, ma è la prima volta che, sul grande schermo, viene raccontato un progetto di laboratorio teatrale, all'interno di un carcere di massima sicurezza, quello di Rebibbia a Roma. Questo è ciò che accade nel film Cesare deve morire, dei fratelli Taviani. Mancanza di libertà, potere, senso di colpa sono i temi con i quali i detenuti, attori improvvisati, si trovano a dover fare i conti nel momento in cui si calano nei panni dei personaggi dell’opera “Giulio Cesare” di Shakespeare. I registi Taviani narrano questo dramma teatrale, messo in scena da (veri) detenuti, con una passione ed un entusiasmo che dà speranza: la rieducazione dei carcerati è possibile ed è una realtà da prendere in considerazione. Nel film Cesare deve morire, l’opera shakespeariana diventa un’occasione per i detenuti per comprendere come le passioni, i rapporti, i tradimenti, in grado di deviare la vita dell’uomo, non siano mai cambiati nel corso della storia: realtà e finzione si fondono al punto che non si comprende dove l'uno inizi e l'altro finisca. Tra i personaggi del film Cesare deve morire ritroviamo: Cosimo Rega (Cassio), Salvatore Striano (Bruto), Giovanni Arcuri (Cesare) , Antonio Frasca (Marcantonio), Juan Dario Bonetti (Decio), Vincenzo Gallo (Lucio), Rosario Majorana (Metello), Francesco De Masi (Trebonio), Gennaro Solito (Cinna), Vittorio Parrella (Casca), Pasquale Crapetti (legionario) e Francesco Carusone (indovino).