Regista italiano, classe 1939. E’ stato insignito con un premio d'onore per il contributo al cinema al Festival cinematografico internazionale di Mosca e nel 2011 gli è stato conferito il Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Marco Bellocchio è un regista di fama mondiale. A novembre lo ritroveremo al cinema con il suo nuovo film Fai bei sogni, tratto dall’omonimo romanzo di Massimo Gramellini. Ma sono tantissimi i capolavori che Bellocchio ha regalato alla storia del cinema, opere che spesso hanno diviso i giudizi di pubblico e critica per le tematiche un po’ scabrose che il regista ha voluto sviluppare. Ecco tre esempi.
Nel 2012 esce nelle sale italiane La bella addormentata, un film che porta all’attenzione del pubblico il difficile tema dell’eutanasia. La pellicola, infatti, ripercorre la vicenda di Eluana Englaro, la ragazza che dopo 17 anni di come e alimentazione artificiale, viene trasportata dal padre in ospedale di Udine dove i medici sono disposti a interrompere il trattamento.
La condanna è un film del 1991. Qui Bellocchio porta in scena un altro argomento scottante che ancora oggi fa spesso discutere: lo stupro. Sandra ha un rapporto con un architetto in un museo deserto. Il tribunale deve decidere se i due sono rimasti chiusi nell'edificio per un'intesa; se l'uomo era in possesso delle chiavi per uscire e l'ha tenuto nascosto a Sandra; se è stata lei a provocarlo o se è stata sedotta e stuprata. Il giudice sta dalla parte del sesso debole ma l'architetto si difende a spada tratta.
E infine, Vincere, film storico del 2009 tra i più premiati ai David di Donatello 2010, con otto premi su quindici candidature, fra cui quello per il miglior regista. Qui Marco Bellocchio porta sul grande schermo la vita di Benito Mussolini chiamando nel cast due grandi attori come Giovanna Mezzogiorno e Filippo Timi: La storia ruota attorno a Benito Albino Dalser, figlio di Benito Mussolini e di Ida Irene Dalser. Le vicende partono dall'anno in cui Mussolini conobbe la Dalser sino all'anno in cui il loro figlio viene rinchiuso in manicomio. Il film ripercorre l'amore tormentato e non corrisposto di Ida verso il giovane Mussolini, che prima se ne invaghisce ma poi la respinge, facendo internare anche lei in manicomio, perché troppo invadente ed imbarazzante.