Con un semplice post su Twitter, l'attore – che ha interpretato Cucchi nel film "Sulla mia pelle" – commenta la condanna per la morte di Stefano
La sentenza di condanna per i carabinieri ritenuti responsabili della morte di Stefano Cucchi è arrivata e Alessandro Borghi ha voluto ricordare questa "giornata difficilissima", come l'ha definita Ilaria. Con un semplice e toccante post affidato ai social, l'attore – che ha interpretato Cucchi nel film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini – è tornato sulla storia dolorosa e commovente del geometra romano arrestato nell'ottobre 2009 per droga e poi morto una settimana dopo in ospedale.
Alessandro Borghi, Cucchi ci manca ogni giorno
"A Stefano. Sempre.": queste le tre semplici parole di Alessandro Borghi. Il suo post è arrivato a poche ore dalle discusse dichiarazioni di Matteo Salvini: il leader leghista ha detto che rispetta la famiglia ma il caso "dimostra che la droga fa male".
"Che c'entra la droga? Salvini – ha ribattuto Ilaria Cucchi in diretta a Circo Massimo su Radio Capital – perde sempre l'occasione per stare zitto. Anch'io da madre sono contro la droga, ma Stefano non è morto di droga".
"Stefano – ha detto la sorella in aula alla lettura della sentenza – è stato ucciso, questo lo sapevamo e lo ripetiamo da 10 anni. Forse ora potrà risposare in pace. Un po' di sollievo dopo 10 anni di dolore e di processi non veri".
Stefano Cucchi, sentenza di condanna per due carabinieri
I due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale: è questa la sentenza dei giudici della prima Corte d'Assise di Roma che ha deciso per la sorte dei cinque carabinieri, tre dei quali imputati di omicidio preterintenzionale.
Il maresciallo Roberto Mandolini, il comandante della Stazione Appia dove fu portato Stefano, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per la falsificazione del verbale di arresto.
Sono stati assolti Francesco Tedesco (il carabiniere che con le sue dichiarazioni ha indicato le responsabilità nel pestaggio) e Vincenzo Nicolardi, per il quale l'accusa di calunnia è stata riqualificata in falsa testimonianza.
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