Le dichiarazioni della cantante a "La confessione" e "Domenica In" scatenano l'odio della comunità LGBTQIA+
Si chiude in malo modo il periodo da icona della comunità LGBTQIA+ di Arisa: la cantante non andrà ai Pride di Roma e Milano in seguito alle polemiche sollevate dalle sue dichiarazioni. Rosalba Pippa si è inimicata gay, trans e lesbiche italiane in seguito alla sua apparizione al programma La confessione, il talk condotto da Peter Gomez sul Nove. "Sono un'icona per loro ma in realtà capisco questa cosa ma fino a un certo punto", ha ammesso la popstar lucana.
Arisa, dichiarazioni controverse nell'intervista sul Nove
"Per me i diritti sono di tutti", ha aggiunto Arisa, dichiarandosi favorevole a matrimoni e adozioni gay ma contraria alla maternità surrogata.
Prima di tutto è antifemminista: è una pratica che va proprio contro le donne. Ho paura che diventi un commercio. E poi un bambino non si può avere come un paio di scarpe. Ci sono nei Paesi del mondo dei contratti in cui c'è scritto che se il bambino non è sano non viene consegnato.
A mandare su tutte le furie la community LGBTQIA+ è però l'endorsement della cantante per la premier Giorgia Meloni. "Secondo me in democrazia è legittimo che piaccia chiunque si presenti in Parlamento o governi o sia all'opposizione. Il punto della contraddizione che probabilmente si potrebbe sollevare è quello rispetto ai diritti LGBT, nel senso che le posizioni di Giorgia Meloni, per usare un eufemismo, non sono troppo aperte", ha detto Arisa, paragonando la leader di Fratelli d'Italia ad una "mamma molto severa e molto spaventata".
Secondo me ci vuole tempo e anche da parte nostra un cambio di atteggiamento non sempre in lotta ma in dialogo.
Proprio a proposito della comunità LGBTQIA+, Arisa ha spiegato di volerne "ampliare la rappresentanza" perché la comunità "non è fatta solo di macchiette" ma "di gente normalissima".
Noi dobbiamo smettere di spaventare, dobbiamo anzi dimostrare che siamo gente 'wow', che la gente fa un percorso, una scelta difficile, sviluppa una sensibilità maggiore, di un grande dono per la comunità. E vorrei che la gente avesse la pazienza di spiegare le cose, perché la Meloni è veramente una tipa che ci può portare ad alti livelli perché ha molta cazzimma.
Arisa, Domenica In e Mara Venier per le (goffe) scuse
Queste dichiarazioni e le successive "scuse" avvenute a Domenica In – "Non sono una voltabandiera, sono 15 anni che sono dalla parte dei diritti e continuerò ad esserlo fino all'ultimo giorno della mia vita", ha detto da Mara Venier – la cantante ha annunciato con un post sui suoi profili social che non si presenterà né al Pride di Roma del 10 giugno né a quello di Milano del 24, a causa di "insulti pesantissimi" ricevuti dalla comunità LGBTQIA+.
Cari ragazzi e ragazze mi spiace immensamente per il momento che stiamo vivendo e spero che col tempo potremo di nuovo comunicare. Per adesso sono solo insulti pesantissimi da parte di alcuni di voi che non so come decifrare. Oggi al mio manager è stato consigliato da parte degli organizzatori, di dirmi di non presentarmi al Pride di Milano: io sarei venuta volentieri, però se ho fatto qualcosa di così tanto grave da meritare un trattamento così esclusivo, credo che non parteciperò neanche al Pride di Roma. Mi dispiace davvero tanto.
"La diversità è fatta di opinioni, di esperienze e di modi di vedere la vita. La diversità è ricchezza. Me l'avevate insegnato voi. Non condannate la gente perché non la pensa esattamente come voi, magari quella gente lì vi ama lo stesso, ma voi pensate di no. I tempi cambiano, le mamme imbiancano, i fiori sbocciano e poi appassiscono, e poi rinascono. Bisogna lavorarci e crederci sempre. Se vi giocherete la carta dell'amore vincerete sempre", conclude amareggiata.