Asia Argento rivela altre violenze: "Un regista italiano e un big di Hollywood"

L'attrice, dopo aver confessato gli abusi subiti da Weinstein, torna sull'argomento, svelando altri due episodi drammatici.

Il caso Weinstein ha prodotto un effetto importante: quello di provocare la reazione di tantissime esponenti del mondo dello spettacolo e del cinema, che finalmente stanno cominciando a raccontare le molestie e gli abusi subiti da registi, produttori e altri "big" dello spettacolo. Ultima in ordine di tempo, Bjork, che ha parlato delle molestie subite da un noto regista danese. Un fenomeno drammatico, che vede coivolto anche un regista italiano. Asia Argento, infatti, anche se senza fare nomi, ha parlati di un regista che, quando lei era appena 16enne, l'ha sessualmente molestata.

Le accuse di Asia Argento

Il tweet dell'attrice e regista non lascia spazio all'immaginazione:

#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del "personaggio".

Non solo. Ci fu anche un altro regista, stavolta un grosso nome del jet set americano, che approfittò di lei arrivando a stuprarla:

#quellavoltache un grande regista di Hollywood con il complesso di Napoleone mi dette GHB e mi stuprò quando non ero cosciente. Avevo 26 anni.

Per ora i nomi non sono stati resi noti dall'attrice, ma questi personaggi staranno senz'altro cominciando a tremare sulle loro sedie: forse l'anonimato non durerà a lungo.

La querela a Libero

Nel frattempo Asia Argento ha deciso di sporgere denuncia contro il quotidiano Libero, che ha trattato l'argomento con un titolo raccapricciante: "Prima la danno via e poi frignano e fingono di pentirsi".

In merito all'articolo apparso oggi sul quotidiano Libero, in cui le vittime di ricatto e violenza sessuale (tra cui io) sono qualificate come prostitute, rendo noto di aver dato mandato al mio legale di sporgere querela contro i responsabili. L'offesa e l'umiliazione alla mia reputazione professionale e alla mia dignità di donna sono troppo gravi per essere tollerate.

Si rimane davvero senza parole di fronte a certi "articoli", e una querela è decisamente il minimo che si possa fare.