Beruschi ricorda i suoi incontri con Troisi, Grillo, Cochi e Renato: "Pozzetto fu bocciato in prima media"

"Troisi, De Caro e Arena parlavano solo napoletano, non c'era verso di fargli dire una frase in italiano", rivela l'attore

Nel 2023 ricorrono i 70 anni dalla nascita di Massimo Troisi. Al genio del teatro, della televisione e del cinema italiano sono stati dedicati il Centro interdisciplinare opportunità espressive di Napoli, nato da un'idea di Lello Arena, e il documentario Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone, presentato alla Berlinale e in arrivo al cinema dal 23 febbraio. Alle celebrazioni si aggiunge il ricordo di un personaggio dello spettacolo che Triosi lo conosceva bene: Enrico Beruschi.

Beruschi, intervista imperdibile al Corriere

Classe 1941, Beruschi è riapparso in tv lo scorso dicembre, quando Antonio Ricci lo ha richiamato a condurre Striscia la Notizia per tre sere al posto di un acciaccato Enzo Iacchetti. Ora Giovanna Cavalli intervista l'attore per il Corriere della Sera e il comico ritorna con la memoria al 1977, quando sbucò a Non Stop con I Gatti di Vicolo Miracoli, Carlo Verdone, Zuzzurro e Gaspare e La Smorfia, ovvero Massimo Troisi, Enzo Decaro e Lello Arena.

Eravamo tutti comici sconosciuti, io il più vecchio, non avevamo una lira, la sera mangiavamo in una trattoria di Torino dove si spendeva poco, vicino agli studi Rai. Massimo, Enzo e Lello parlavano solo napoletano. 'Se riuscite a dire almeno una frase in italiano, con le 'e' belle aperte, giuro che pago io il conto', gli proponevo. Niente da fare.

Due anni più tardi, a Luna Park, la strada di Beruschi si è incrociata con quella di Beppe Grillo. Era il 1979.

Alloggiavamo nello stesso residence, si usciva a cena e pagavamo sempre noi, anche per venti. Così una sera gli dissi: 'D'ora in poi mangiamo a casa'. Io facevo la spesa, Beppe cucinava porcherie.

Enrico Beruschi, 81 anni e non sentirli

Quando andava alle scuole medie, il cabarettista era in classe con Renato Pozzetto

Bocciato in prima, Renato era piuttosto esuberante, per farlo stare buono lo misero al primo banco accanto a me che avevo dieci in condotta. Non funzionò mica tanto.

All'istituto tecnico invece, prima di diplomarsi ragioniere, Beruschi trovò Cochi Ponzoni.

Cochi il bello, l'unico che parlava bene inglese perché i genitori d'estate lo mandavano in vacanza a Londra. Durante le lezioni, in fondo all'aula, con un lato del banco sollevato in aria, fingevamo di essere su un caccia americano mitragliato dai giapponesi. Colpito a morte dal nemico, Cochi si accasciava sulla sedia gridando 'Viva la mer..!'. Un giorno però il banco crollò a terra. Sospesi.

A chi gli chiede sempre che fine ha fatto, "Beruscao" dà sempre la stessa risposta: "Non mi chiamano, che posso farci? Non sono mica morto!".