La scomparsa di Christopher Plummer: l'attore è morto a 91 anni

Se ne va un mito del cinema e del teatro shakesperiano: l'Oscar vinto soltanto nel 2012 per "Beginners"

Christopher Plummer è morto venerdì 5 febbraio 2021 all'età di 91 anni per aver battuto la testa in seguito a una caduta. Nato a Toronto il 13 dicembre 1929, l'attore è scomparso nella sua casa del Connecticut. Giovane attore shakesperiano, Plummer debuttò al cinema nel 1958 accanto a Henry Fonda e Susan Strasberg in Fascino del palcoscenico, diretto da Sidney Lumet. Nello stesso anno ebbe il suo primo ruolo da protagonista per Nicholas Ray nel dramma Il paradiso dei barbari.

Christopher Plummer, morto a 91 anni il grande attore

Lanciato nel ruolo del capitano Von Trapp nel musical Tutti insieme appassionatamente (1965), insieme a Judie Garland, ebbe poi tantissime parti in kolossal degli anni Settanta e Ottanta, pur non interpretando ruoli da protagonista. Lavorò con grandi registi quali Robert Mulligan e Franco Zeffirelli e accanto a star come Robert Redford, Peter Sellers, Romy Schneider, Kirk Douglas e Laurence Olivier.

Fu strepitoso nei panni di Kipling nel bellissimo L'uomo che volle farsi re di John Houston con Sean Connery e Michael Caine. Paul Newman lo diresse in Prima dell'ombra (1980), mentre con William Hurt e Sigourney Weaver divise la scena in Uno scomodo testimone (1981).

Ebbe poi un enorme successo in televisione con la serie-scandalo Uccelli di rovo, in cui interpretò l'anziano arcivescovo Vittorio Contini-Verchese.

Tornò al successo in America negli anni Novanta grazie a Spike Lee in Malcolm X (1992) e poi in Inside Man (2006), entrambi con Denzel Washington. Con Terry Gilliam recitò nel cult movie L'esercito delle 12 scimmie e divenne il Dr. Parnassus del film che segnò l'ultima interpretazione di Heath Ledger.

Christopher Plummer, Oscar soltanto nel 2010 con Beginners

Più recentemente Christopher Plummer vinse l'Oscar come miglior attore non protagonista grazie al ruolo del padre gay di Ewan McGregor in Beginners. Gli anni Duemila segnarono un periodo di performance memorabili. 

Plummer fu gigantesco nel ruolo del giornalista televisivo Mike Wallace in Insider di Michael Mann e maestoso nella parte di Lev Tolstoj accanto a Helen Mirren nel biografico The Last Station di Michael Hoffman.

Nel biopic La canzone della vita - Danny Collins, la storia vera del cantante folk Steve Tilston, il regista Dan Fogelman gli affidò la parte del manager Frank Grubman e una delle battute più divertenti del film: "Ha un gran cuore, ma lo tiene nel culo per metà del tempo".

L'attore canadese fu il potente ex amministratore delegato del gruppo Vanger in Millennium - Uomini che odiano le donne, lo struggente ebreo cacciatore di nazisti in Remember di Atom Egoyan e il patriarca scrittore di gialli di Cena con delitto - Knives Out.

L'ultima nomination agli Oscar, sempre da non protagonista, è arrivata quando ha rigirato in fretta le scene di John Paul Getty III al posto di Kevin Spacey (tagliato in seguito alle accuse di molestie) nel film Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott.

Era mio figlio di Todd Robinson (su Sky Cinema Uno dal 5 febbraio) è stato l'ultimo film di Plummer: curiosamente è stata anche l'ultima apparizione sullo schermo di Peter Fonda.

L'amico e manager Lou Pitt ha dichiarato a Variery che Plummer "era un uomo straordinario che amava profondamente e rispettava la sua professione con splendide maniere vecchio stile, umorismo autoironico e la musica delle parole".

Attraverso la sua arte e la sua umanità, ha toccato i nostri cuori e la sua vita leggendaria durerà per tutte le generazioni a venire. Sarà per sempre con noi.

Fonte foto copertina: Claire Folger / Leone Film Group / 01 Distribution
Fonte foto interna: Focus Features / Universal Pictures