Fedez e Chiara Ferragni vs Codacons: è scontro tra Ferragnez e consumatori

L'associazione contesta la raccolta fondi della coppia per la nuova terapia intensiva del San Raffaele di Milano, i due replicano criticando la campagna del Codacons

Continua lo scontro a distanza tra Codacons, Fedez e Chiara Ferragni. Tutto è (ri)cominciato quando il rapper e la fashion blogger hanno promosso una campagna benefica che nel giro di appena due settimane ha raccolto i fondi necessari a finanziare il nuovo reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano. La coppia si è mossa in prima persona per contrastare le conseguenze devastanti del coronavirus in Lombardia e il successo è stato clamoroso: 200mila donatori hanno partecipato alla loro iniziativa. 

Raccolta fondi Ferragni Fedez: è polemica

La campagna ha raccolto la bellezza di 4,3 milioni di euro e Fedez ha esultato sui social. 

Insieme abbiamo fatto qualcosa di speciale che aiuterà a salvare delle vite e ci ricorda che oggi più che mai serve coesione in questa dura battaglia. Sono commosso, vi voglio bene. Ce la faremo!

A questo punto entra in gioco il Codacons. Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dei consumatori ha chiesto all'Antitrust di indagare sul funzionamento del sito Gofundme (la celebre piattaforma per crowdfunding che è stata utilizzata) e "vederci chiaro sulla raccolta fondi lanciata da lui insieme alla moglie Chiara Ferragni".

Fedez è stato profondamente irritato da questa richiesta e ha replicato con una durissima diretta su Instagram. 

Sul loro sito ufficiale c'è una campagna per supportare il Codacons contro il coronavirus. Ma se ci vado a cliccare sopra scopro che hanno fatto un banner sul coronavirus dove in realtà la donazione va al codacons, che non si occupa di coronavirus. E questa è un'associazione parastatale che dovrebbe tutelare i consumatori? La proposta del Codacons sarebbe quella di bloccare tutte le raccolte fondi private. Cioè tutti i milioni di euro raccolti per aiutare gli ospedali pubblici, cancellarli e stopparli. Io sono allibito, qualcuno li fermi.

Codacons Ferragni: botta e risposta

Carlo Rienzi, il presidente del Codacons, ha smentito seccamente questa versione dei fatti. Intervistato dall'AdnKronos, Rienzi spiega che "Fedez non ha capito niente".

Noi raccogliamo fondi per le denunce, diffide, ricorsi in questo momento di emergenza. Sono già 42 le cose fatte e sì, sono fondi a sostegno del Codacons, ma per l'emergenza coronavirus.

Il Codacons, precisa Rienzi, non vuole affatto bloccare le raccolte fondi private: vuole soltanto evitare che elevate percentuali finiscano nelle tasche delle persone che le organizzano.

Noi abbiamo chiesto con un atto formale al governo che i soldi siano versati direttamente sul conto della Protezione Civile, perché almeno è un ente pubblico, e non si rischia che i privati non le destinino a chi devono. 

Il presidente dell'ente non le manda a dire nei confronti dei Ferragnez.

Stiamo parlando di gente che passa la vita dentro un armadio o in alberghi di lusso, vende l'immagine di un bambino di due anni contro tutte le norme internazionali a tutela del fanciullo e che si vende l'acqua della fontana a 9 euro al litro: non mi sembra ci sia altro da aggiungere.

D'altronde non è la prima volta che l'associazione si scaglia contro la coppia: qualche mese fa era diventato virale il botta e risposta per la paventata ipotesi di una partecipazione, poi sfumata, di Chiara Ferragni a Sanremo 2020.