Il conduttore, fresco 84enne, rilascia un'intervista in cui bolla la televisione odierna come "inguardabile" e il premier come "furbo avvocato di provincia"
La prima telecamera Pippo Baudo l'ha vista nel 1954 a Trieste: da allora fino ad oggi, il mondo della televisione non l'ha mai abbandonato. Il conduttore, nato il 7 giugno del 1936, ha da poco festeggiato gli 84 anni, oltre sessanta dei quali trascorsi in uno studio televisivo. Arrivato a questo traguardo, il vecchio leone di Militello parla apertamente e senza peli sulla lingua: la tv di oggi, secondo il decano dei presentatori, è "inguardabile".
Pippo Baudo oggi: "La Tv? Inguardabile"
Intervistato dal Corriere della Sera in occasione del compleanno, Pippo Baudo demolisce i palinsesti del servizio pubblico e delle reti private.
Anche se sono stati molto gentili a replicare due volte la mia festa di compleanno, la televisione in questi giorni è inguardabile, tutto già visto, solo repliche. E il virus c'entra fino a un certo punto, la tv estiva è sempre stata così ed è una cosa che ho sempre rimproverato alla Rai. È giustificato che la tv commerciale da maggio abbassi un po' la quantità dell'offerta visto che è gratis, la Rai non può: il telespettatore paga il canone per tutto l'anno, non per 9 mesi.
Inevitabile un passaggio sul Festival di Sanremo, che ha condotto per tredici edizioni nel corso degli anni (la prima nel 1968, l'ultima nel 2008) e che nel 2021 sarà affidato per la seconda volta consecutiva ad Amadeus.
Dopo il successo dell'anno scorso sarebbe stata una pazzia cambiare. Amadeus è molto bravo, ormai ha acquisito una disinvoltura e una scioltezza straordinarie.
Accanto al conduttore e direttore artistico, ci sarà pure Fiorello, uno di quelli che "Questo l'ho inventato io".
Al provino fece un monologo di 40 minuti, gli dissi: 'Guarda che a condurre ci sono già io'. Ma fu la sua fortuna, andò a Milano e da lì poi partì la sua carriera.
Pippo Baudo: Cattelan è "un oggetto misterioso"
Nella mediocrità del piccolo schermo di oggi, Baudo non salva nemmeno Alessandro Cattelan, che si autopromuove come giovane re della tv e ha definito la gestione degli ospiti stranieri in E poi c'è Cattelan la migliore nel panorama italiano.
Lui è un oggetto misterioso per me. È un ragazzo colto, che parla benissimo inglese, però gli manca qualcosa. Forse dovrebbe avere il coraggio di fare il salto in Rai.
Baudo conclude la sua chiacchierata senza risparmiare una frecciatina nei confronti del premier Giuseppe Conte.
È furbissimo: non è stato eletto da nessuno ma comanda e se li porta tutti a spasso che è un piacere. Da collega, visto che sono laureato pure io in Giurisprudenza, lo trovo un furbissimo avvocato di provincia.
A lui, "nato democristiano", manca proprio un partito che ha espresso "un modo di intendere la vita".
Io penso che la Democrazia Cristiana sia la grande assente della politica, se ci fosse un vero leader di una DC rinnovata avrebbe una grande possibilità di governare. Oggi la politica è molto confusa.