Cristina D'Avena canta alla festa di Fratelli d'Italia: la sua replica all'odio social è da applausi

Con un lungo post, la cantante risponde alla valanga di insulti che si è beccata per aver scelto di apparire a Piazza del Popolo a Roma

Quando Fratelli d'Italia ha annunciato che Cristina D'Avena avrebbe cantato alla festa di Piazza del Popolo a Roma per celebrare i dieci anni del partito, la cantante è stata subissata da una valanga di commenti d'odio e disprezzo sui social. Se ne sono lette di tutti i colori: amica dei fascisti, la caduta di un mito, una donna dalle pessime opinioni politiche.

Cristina D'Avena con Fratelli d'Italia a Piazza del Popolo

Esplosa la bomba, prima della serata Cristina D'Avena ha voluto replicare agli insulti che le sono piovuti addosso. In un post apparso sui suoi profili social, la regina dei cartoni animati si sfoga dopo aver letto "commenti e considerazioni feroci".

Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po' troppa fretta, chi sono. Da quarant'anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta. Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell'Unità. Nei Pride e al Vaticano.

È vero: Cristina ha "una forte simpatia per Giorgia Meloni", come ha rivelato Clarissa D'Avena, sorella e manager della cantante. Ma se qualcuno vuole leggere un intento politico dietro le sue canzoni, sbaglia di grosso.

Le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà.

Cristina D'Avena: Meloni è "dolcissima come Memole"

Ospite ad Un giorno da pecora, la cantante aveva paragonato la Meloni a un "personaggio dolcissimo e carinissimo" come Memole. Tuttavia la D'Avena con i suoi brani e i suoi concerti non intende veicolare "ideologie, ma musica".

Non mi schiero e non cambio pelle all'improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un'ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l'amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano. Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di gatto, Mila e Shiro... Sono inni di leggerezza e di fantasia... e di nessuna altra natura o pretesa.

Sulla questione è intervenuto anche Fiorello. "Ai tempi del Karaoke, anche io sono stato invitato alla Festa dell'Unità e ho fatto cantare Bella ciao a tutti i comunisti. Nessuno mi ha detto niente. Ognuno dev'essere libero di esprimersi dove e come vuole. Io ho cantato per i comunisti e lei per la Meloni", le parole dello showman a Viva Rai2!.