La Lega attacca Cristina Parodi per le sue parole su Salvini: "Lasci la Rai"

Cristina Parodi si è lasciata andare ad un commento contro Matteo Salvini che ha mandato su tutte le furie la Lega, che ne chiede le dimissioni...

La Lega si scaglia contro Cristina Parodi e ne chiede le dimissioni. La conduttrice è stata ospite del programma I Lunatici su Radio2 e si è lasciata andare ad una serie di commenti su Matteo Salvini che hanno mandato su tutte le furie i vertici del Carroccio. “Il successo di Salvini è dovuto all'arrabbiatura della gente. Alla paura e anche all'ignoranza. Al fatto che probabilmente non è stato fatto molto di quello che era stato promesso di fare”, ha dichiarato Parodi. “Mi fa paura vedere un tipo di politica che è basata sulla divisione, sui muri da erigere. Vorrei una politica che andasse incontro ai più deboli e che aiutasse questo Paese a risollevarsi in un altro modo”.

Cristina Parodi Lega: è scontro

La conduttrice, passata alla seconda parte della domenica pomeriggio di Rai 1 con la sua nuova trasmissione La prima volta, non ci è andata per il sottile. E non è la prima volta che mette nel mirino i cosiddetti partiti populisti. Subito dopo le elezioni del 4 marzo, aveva bollato l'Italia venuta fuori dalle urne come un Paese “arrabbiato e ciò non credo che porti a nulla di buono”. D'altronde in famiglia l'avevano provato in prima persona quando suo marito Giorgio Gori, con il quale è sposata da 22 anni e ha tre figli, è stato sconfitto in Lombardia. Questa presa di posizione non è andata giù alla Lega.

Cristina Parodi contro Salvini, la reazione della Lega

Se Cristina Parodi è tanto delusa dalla politica italiana scenda in campo. E, soprattutto, lasci la Rai”, si legge in una nota di Paolo Tiramani, capogruppo in Commissione di Vigilanza, con Massimiliano Capitanio, Dimitri Coin, Igor Iezzi, Giorgio Bergesio, Simona Pergreffi e Umberto Fusco. “Con le sue offese a Matteo Salvini, la giornalista e moglie del sindaco Pd di Bergamo, Giorgio Gori, ha utilizzato il servizio pubblico radio-televisivo a proprio uso e consumo, facendo propaganda politica alla faccia del pluralismo informativo e ciò non è giustificabile. Ne chiederemo conto in Commissione di Vigilanza Rai con un'interrogazione”.