Dario Argento shock: 'Gli stalker mi hanno perseguitato. Ho pensato al suicidio'

Dario Argento ha rilasciato un'intervista sconvolgente al Corriere della Sera in cui ha parlato del suo passato

Gli stalker che lo hanno perseguitato, il pensiero di togliersi la vita dopo la separazione dalla moglie ma anche il rapporto con le figlie: in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Dario Argento si è raccontato a 360°, parlando del suo passato e svelando alcuni dettagli della sua vita privata. "Quando Asia e Fiore erano piccole sono stati anni stupendi, fatti di vacanze insieme, teatro insieme, passeggiate, discussioni. Con Asia, quando viaggiavamo, io guidavo, lei come nei rally, faceva da navigatore con la mappa. Eravamo grandi amici" ha raccontato a proposito del rapporto con le figlie e in particolare con Asia Argento. 

Dario Argento: i film calamita per gli stalker

Dario Argento ha poi raccontato dei vari stalker che negli anni lo hanno perseguitato: "Già dal primo film uno veniva a urlare sotto casa mia. Un altro era convinto di essere uguale a me, andava nei ristoranti e diceva di mandarmi il conto, mi chiamava e minacciava: paga o ti uccido a bastonate. Un giorno, i miei aiuto registi l'hanno sbattuto al muro, gli hanno dato qualche sberla ed è sparito".

Gli stalker hanno perseguitato il regista anche fuori dall'Italia: "Quando stavo a Los Angeles per preparare Tenebre per la Fox, cambiai vari alberghi e uno stalker mi trovava sempre. Alla fine, decisi di tornare a girare in Italia".

Dario Argento: il suicidio pensato dopo la separazione dalla moglie

Infine, Dario Argento ha anche rivelato di aver pensato, in un particolare momento della sua vita, al suicidio: "Mi ero separato da Daria Nicolodi, Asia aveva un anno ed era come se non l'avessi mai vista. Mi ero chiuso all'Hotel Flora, a Roma, a riposare per un mese".

"All'apparenza ero sereno, la sera venivano gli attori e la troupe, vedevamo film, andavamo a ballare al Jackie 'O. Ma la notte la finestra mi chiamava, mi vedevo sfracellato al suolo. Un amico medico mi aveva detto di murarla con l'armadio, così da non potermi buttare se l'impulso fosse tornato. Funzionò, la notte mi ritrovavo accasciato fra l'armadio e le tende, ma vivo" ha concluso.