Cosa sta succedendo sui social tra Enrico Mentana e l'Ambasciata polacca

Il direttore del tg di La7 commenta su Facebook il caso di Silvia Romano con un paragone infelice e scoppia il finimondo

Il caso di Silvia Romano, la giovane cooperante milanese liberata in Somalia dopo un anno e mezzo di prigionia e il pagamento di un riscatto di 4 milioni di euro, continua a dividere la politica e a provocare minacce e insulti sui social. Non è sfuggito a questo gioco al massacro Enrico Mentana, sempre iperattivo nel commentare su Facebook i fatti del giorno.

Enrico Mentana Polonia, è scontro social

Stavolta è bastato un semplice post per scatenare le polemiche. Il direttore del Tg di La7 ha voluto tirare in ballo un paragone simile a quello fatto dal suo collega Alessandro Sallusti. "Silvia – ha scritto Sallusti – è tornata, bene ma è stato come vedere tornare un prigioniero dei campi di concentramento orgogliosamente vestito da nazista".

Mentana non ha gradito questo accostamento, fatto da molti commentatori di destra, e lo critica così su Facebook.

A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto 'avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?') voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato. Provate a riformulare il paragone ora. 

Numerosi utenti sottolineano che Mentana ignora (volutamente o meno) un decisivo particolare: il campo di concentramento di Auschwitz venne costruito dal regime nazista e reso operativo dal 14 giugno 1940, quando la Polonia era ormai occupata dalla Germania. Hitler, inoltre, rifiutò il cattolicesimo, nonostante fosse battezzato e cresimato, ed era "completamente anti-cristiano", come spiegò lo stesso Goebbels nel 1939.

Il post è arrivato all'attenzione dell'Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, che ha bacchettato il cronista di La7 non nascondendo "lo stupore di fronte a parole scritte da un giornalista apprezzato e di così grande cultura".

A seguito delle parole del direttore Enrico Mentana riteniamo doveroso sottolineare che affrontando temi così complessi bisogna stare estremamente prudenti, evitare generalizzazioni ingiustificate e penalizzanti che sono sempre pericolose e impediscono un dibattito onesto.

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L'ambasciatrice polacca Anna Maria Anders definisce le parole di Mentana "scandalose".

È vero che la Polonia ai tempi della Seconda guerra mondiale era molto cattolica. È necessario però, sempre e soprattutto, sottolineare che durante quel conflitto globale la Polonia ERA OCCUPATA DAI NAZISTI, quindi ogni affermazione che può suggerire o far presupporre che Auschiwtz era stato costruito in Polonia, perché essa era cattolicissima, mettendo quindi in relazione questi due elementi, è PROFONDAMENTE SBAGLIATO, INGIUSTO e INGIUSTIFICATO. Il più grande campo di concentramento è stato localizzato in Polonia, ma certo non per questa ragione, ma piuttosto è in Polonia che viveva il maggior numero di ebrei in Europa e che la posizione era facilmente raggiungibile da trasporti da tutti i territori occupati dai nazisti.

Ecco il tweet condiviso dall'ambasciata.

L'Ambasciata polacca in Italia ha postato questo commento direttamente sul profilo Facebook di Mentana. Il giornalista, stizzito dall'accaduto, non ha chiesto scusa né precisato il suo intervento. Mentana ha replicato con un altro post, nel quale non risponde nel merito ma tira in ballo "alcuni troll" che "aizzando pure l'incolpevole ambasciata polacca", "hanno provato a gettarmi fango" e che "fanno solo pena e ribrezzo".