Addio Enzo Robutti: è morto il rivoluzionario comico del Derby e grande caratterista

Dal cabaret al cinema di genere, è stato per tanti anni l'isterico delle commedie prima di ritagliarsi un ruolo perfetto nel Padrino

È morto Enzo Robutti, popolare caratterista del cinema di genere italiano e cabarettista dal talento straordinario. Nato a Bologna ma originario di Viterbo, l'attore si è spento proprio nella città della Tuscia all'età di 88 anni. Era malato da tempo e risiedeva presso una casa di riposo. La notizia della scomparsa, avvenuta il 13 febbraio, è stata annunciata dalla famiglia soltanto il 5 maggio ad esequie avvenute. 

Enzo Robutti, morto attore pioniere della comicità surreale

Classe 1933, Robutti si era diplomato al Piccolo Teatro di Milano, ma furono i fratelli Taviani a scoprirlo e a farlo esordire al cinema nel film I fuorilegge del matrimonio del 1963. A lanciarlo furono però le sue esibizioni al Derby Club di Milano: fu sul palco dello storico locale meneghino che inventò il personaggio dell'isterico cinico e tragicomico, iracondo e perennemente incazzato, con le sue movenze a scatti, le acrobazie nella dizione e la mimica sopra le righe. Uno dei suoi sketch televisivi più divertenti è questo andato in onda su Rai2.

"Ogni sera al Derby non mi perdevo mai il suo monologo – ricorda Jerry Calà – e ogni sera mi sbellicavo dal ridere. Grande attore e grande uomo che ha senz'altro contributo alla mia formazione e a quella dei miei amici Gatti". "Tutte le sere seguivo il tuo monologo in cui ti auto proclamavi 'sfigato' per il tuo problematico rapporto con le donne – rivela Franco Oppini –. La tua comicità graffiante, a volte cinica ma estremamente moderna e 'avanti' mi conquistò a tal punto che imparai il tuo monologo a memoria ed ancor oggi me lo ricordo".  "Enzo era un caro amico – racconta Cochi Ponzoni –, abbiamo condiviso degli anni al Derby Club. Ho un ricordo bellissimo della sua bravura come attore di prosa e come cabarettista straordinario".

Oltre ad essere stato diretto da maestri come Fellini, Risi, Monicelli, Bolognini, Lattuada, Festa Campanile e Avati, Robutti ha affiancato in più di 70 film giganti della scena quali Vittorio Gassman, Walter Chiari, Alberto Sordi e Gigi Proietti. L'attore, tuttavia, è ricordato soprattutto come caratterista "stracult" nelle commedie degli anni '70 e '80, spesso affamato di sesso e potere, da Sturmtruppen e Zucchero, miele e peperoncino (era il bilioso commissario che deve raccogliere la denuncia del "pugliese" Lino Banfi) alla saga di Pierino con Alvaro Vitali.

Robutti è stato anche un grande doppiatore. Ha prestato la voce – tra gli altri – a Christopher Lloyd in Qualcuno volò sul nido del cuculo, Ciccio Ingrassia in Amarcord e Dominique Chevalier in La voce della Luna. Era sua la voce dello zio Teo nel celebre grido "Voglio una donna!" del capolavoro felliniano.

Enzo Robutti, film in Italia e all'estero con Il Padrino

La consacrazione internazionale per Robutti arrivò nel 1990 con Il padrino - Parte III. Nel terzo capitolo dell'epica mafiosa di Coppola è stato Licio Lucchesi, il potente e corrotto politico democristiano ammazzato brutalmente con la stanghetta degli occhiali infilata nel collo dal Calò di Franco Citti dopo una significativa citazione andreottiana: "Il potere logora chi non ce l'ha".

Oltre che essere un attore, comico e doppiatore, Enzo Robutti è stato pure un sostenitore dei diritti civili. Attivista prima con i Radicali e poi con i Verdi, partecipò alla Marcia dei 500 che nel dicembre del 1992 arrivò da Ancona a Sarajevo, sotto assedio da aprile, per una manifestazione di pace in una città in piena guerra.

"Amiamo ricordarlo lì – dicono i figli Leandro e Lulù all'Ansa – schierato e in cammino ancora una volta per i diritti umani, mosso da un ampio quanto sofisticato pensiero di cultura, libertà e pace sornionamente in compagnia dei suoi personaggi che hanno inventato un modo nuovo di vedere l'Italia, arguto e all'avanguardia".